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La cucina estone è piuttosto umile, basata su pochi elementi basilari che la caratterizzano fortemente.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 10/04/2014 | 20:50

L'Estonia è una paese nordico e questo la dice lunga sulla cucina estone: abitudini alimentari, alimenti, modi di cucinare etc.

Il contrasto piuttosto forte tra le stagioni, cosa inusuale al sud, è riflesso anche nel ritmo di vita molto più vicino alla natura di quanto lo sia la media europea. Un estone tende ad essere lento ed introverso in autunno e inverno, mentre diventa molto più energico e aperto in estate. Come, dove e cosa mangi un estone sembra che sia per lo più determinato dalla lunghezza e dalla temperatura delle giornate. Con il buio ed il freddo si tende a mangiare zuppe di crauti e arrosti, budini marroni e neri, zuppe dense e stufati.

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In estate, invece, sembra che la gente possa sopravvivere grazie alla luce e al calore del sole accompagnati da qualsiasi alimento fresco e leggero dell'orto o della foresta. Quando arrivano i primi segnali dell'autunno incombente, in Agosto, gli estoni vivono un improvviso cambiamento d'umore. Le nuvole di vapore e profumi deliziosi che salgono dalle cucine fino ad orario inoltrato, celle e frigoriferi riempiti di marmellate, conserve e sott'aceti. La tarda estate significa, inevitabilmente, passare qualche fine settimana nella foresta, a volte a ore di distanza da casa e tornare trionfanti con ceste colme di bacche e funghi.

Oggi giorno, raccogliere e conservare la frutta del bosco ha un significato per lo più rituale, anche se l'idea di affrontare l'inverno con la dispensa colma ha senza dubbio la sua importanza. Un'altra motivazione per la raccolta dei frutti del bosco è il forte attaccamento degli Estoni al bosco stesso considerato come fonte di protezione. Nei momenti difficili, la gente si nascondeva qui e il bosco ha sempre offerto erbe per la cura dei malati come anche il cibo quotidiano. Quindi, il divertimento della caccia e della pesca per la gente di città, si trasforma in cibo extra, invece, per la gente di campagna.

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Il vitto estone non è mai stato ricco ed è questa probabilmente la ragione per cui l'abitudine di augurarsi "Buon appetito" quindi non ha preso piede. Qui, invece, la gente dice "Possa il tuo pane durare a lungo!". A parte qualche periodo di carestia, all'Estonia non è mai mancato il pane nero e quello lievitato all'orzo. Anche coloro che hanno vissuto per parecchi anni all'esterno non riescono a dimenticarne il sapore caratteristico.

Per quegli estoni che si sono trasferiti in città nel corso delle ultime generazioni, la cucina dei loro progenitori più campagnoli del tardo 19^ secolo è diventata sicuramente poco familiare.

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Le distinzioni tra regione e regione, che erano nette fino ad un centinaio d'anni fa, iniziano a farsi abbastanza fumose. In passato, gli isolani e la gente della costa, vivendo in territori rocciosi e poveri mangiavano per lo più patate e pesce sotto sale, essiccato o affumicato accompagnato dal loro pane.

I contadini dell'entroterra allevavano bestiami dei quali venivano tenuti in vita anche per l'inverno solo le mucche da latte e gli animali di razza. Il giorno per la macellazione degli arieti era Michealmas il 29 settembre, mentre il 10 di novembre (St. Martin's Day) era il giorno in cui su ogni tavola c'era un'oca e nel giorno di Santa Caterina (25 novembre) si prepara il pollo.

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Prima di Natale viene macellato un maiale grasso. Dopo che il pranzo festivo è pronto, la carne salata e il lardo vengono preparati per durare fino all'autunno successivo. Il condimento è costituito prevalentemente da sale: soltanto gli artigiani di città e l'alta borghesia può permettersi di comprare spezie. Il miele è usato meno dello zucchero ed è considerato più una medicina che un alimento.

Le bevande più conosciute sono la birra di malto leggera nel nord dell'Estonia e la birra leggera di orzo e segale nel sud o la birch sap in primavera. Le birre sono la bevanda usuale in tutte le occasioni, avendo spodestato l'idromele, il suo antico rivale che veniva prodotto dal miele, centinaia d'anni fa. La fermentazione della birra, specialmente sulle isole più grandi, è sempre stato un affare serio e importante per la gente locale.

I trucchi segreti per il commercio degli isolani rimangono un mistero alla maggior parte della popolazione continentale anche oggi. La birra, servita in grossi boccali di legno, è la cosa più insidiosa per il suo gusto leggero.

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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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