Ecco una ricetta che ha fatto il giro del mondo.
Questo piatto nazionale spagnolo ha conquistato il mondo e costituisce un vero e proprio pasto completo.
Lo si appresta in una grande padella a due manici, larga e alta di bordi.
Ingrediente Principale: | Aragosta - Carota- Cipolla - Sedano - Indivia belga - Radicchio - Lamponi |
Ricetta per persone n. | 6 |
Note: | |
Ingredienti | 500 gr di riso a chicco lungo (parboiled, o patna o basmati) 2 peperoni rossi 1 cipolla grossa 1 spicchio d'aglio 300 gr di piselli sgranati 1 piccolo pollo tagliato a pezzi 200 gr di lombo di maiale (oppure di salsiccia) 1 pezzo di chorizo (o altra salsiccia secca piccante nostrana) 200 gr di sacche di calamari o seppie già pulite 400 gr di vongole e/o cozze 6 o 12 code di gamberoni non sgusciate 300 gr di polpa di pomodoro (fresca o in scatola) 1 bustina di zafferano 1 cucchiaino di paprika dolce 1 foglia d'alloro, brodo di carne sale pepe nero 6 cucchiai d'olio d'oliva. |
Preparazione: 30', più raffreddamento e infusione. |
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La paella è forse il piatto più noto della ricca e varia gastronomia spagnola. È una elaborazione culinaria molto conosciuta a livello internazionale ed è facile trovarla nei menú di migliaia di ristoranti in tutto il mondo. Però, curiosamente, la non conoscenza della vera ricetta della paella è generalizzata.
Qui potrete trovare una ricetta affidabile dell'autentica paella valenciana, considerando che, chi firma queste righe, oltre ad essere valenciano è cuoco di professione e per vocazione.
Un pò di storia:
Si suppone che il consumo di riso a Valencia fosse inizialmente limitato a quello in forma di farina o di semola. Nel secolo XVI a Valencia si consumava giá riso al forno in pentola di terracotta e, a partire dal secolo XVIII, vi è già notizia del piatto conosciuto come paella.
L'origine della paella, come di tutti i piatti della cucina popolare di una specifica zona, non è altro che l'unione degli elementi di cui ciascun paese disponeva nei propri dintorni. Nell'area di Valencia c'era e c'è tuttora (anche se sempre meno) una ricca zona di orti da irrigazione che forniva verdure fresche ai suoi abitanti. Era inoltre comune allevare polli e conigli per il consumo familiare; i dintorni dell'Albufera e le limitrofi risaie fornivano il riso e offrivano la possibilità di aggiungere alla paella, di quando in quando, qualche elemento cinegetico. Se a questa favolosa dispensa aggiungiamo pesci e frutti di mare delle zone costiere, così come l'olio d'oliva proprio dell'area mediterranea, abbiamo tutti gli ingredienti con cui si realizzano la maggior parte delle paelle classiche. Ci mancherà solo un'altra cosa, il recipiente per cucinarli. E questo recipiente non è altro che la paella.
"Paella", sí, e non "paellera" come si dice in altre zone di Spagna o nella stessa Comunità Valenciana. Perchè "paellera" in tutti i casi è la donna che cucina la paella e non il recipiente nella quale si cucina... Nella lingua valenciana, la padella si chiama "paella" e da lì viene il nome del piatto più famoso della cucina spagnola. La Accademia Reale della lingua di Spagna tuttavia ammette entrambe le accezioni.
Riassumendo, la paella altro non è che una padella, di norma realizzata in acciaio lucidato, alla quale è stato tolto il manico e al posto del quale sono state fissate due maniglie che sopportino il peso del cibo. Deve essere di diametro minimo di 22 cm, non molto profonda, con bordi alti da 5 a 10 cm, in funzione del diametro.
Teoricamente ciascuna paella è dimensionata per una determinata quantità di riso, sebbene le dimensioni variino molto in funzione del gusto o del modo in cui ciascun cuoco elabora la paella. Io, personalmente, preferisco che il contenuto della paella, una volta pronta, non ecceda l'altezza a cui sono saldati i manici.
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