Ingredienti: per 6 persone
12 grossi gamberoni
12 fette di Prosciutto San Daniele
4 rametti di rosmarino
1 spicchio di aglio
1 bicchiere di vino bianco secco
1 ciuffo di prezzemolo
olio extravergine di oliva
sale
pepe
I gamberoni sono una varietà di gamberi, crostacei che vivono prevalentemente nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. Sono caratterizzati da un corpo diviso in una parte anteriore e una posteriore: nella parte anteriore troviamo la testa, il torace e le zampe e pinze. Sulla testa si trovano le antenne, che fungono da organi sensoriali. Il torace è coperto dal carapace. La parte posteriore dei gamberoni è divisa in sei segmenti, che consentono al crostaceo di muoversi agilmente all’indietro. I gamberoni sono crostacei decapodi, ovvero caratterizzati da 10 zampe.
Preparazione: 19 + 6’ di cottura
- Sciacquate i gamberoni sotto l’acqua corrente, eliminate il guscio e il filo nero sul dorso e conservate la testa e la coda.
- Lavateli accuratamente e asciugateli tamponando con carta assorbente da cucina.
- Avvolgete ciascun gambero in una fetta di prosciutto e infilzateli tre alla volta nei rametti di rosmarino, parzialmente privati degli aghi.
- Sbucciate e schiacciate l’aglio, rosolatelo in una padella antiaderente con 4 cucchiai di olio, quindi eliminatelo e aggiungete i gamberoni.
- Cuocete a fuoco vivo per 4 minuti, sfumando con il vino e rigirando gli spiedini a metà cottura.
- Salate leggermente, pepate, cospargete di abbondante prezzemolo, mondato e tritato, e servite subito.
Vino consigliato: Accompagnate la preparazione, dotata di buona sapidità, con un vino bianco ricco, come il Tocai dell’Isonzo del Friuli o il Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Il Verdicchio è il vino per eccellenza della Regione Marche. Quando si parla di Marche nel contesto viti-vinicolo si associa subito questo vino , in particolare il quello Castelli di Jesi. Il Verdicchio è conosciuto in tutto il mondo nell'originale quanto esclusiva bottiglia a forma di anfora , disegnata dall'architetto Maiocchi negli anni '50, per valorizzare oltre al vino anche bellezza e sinuosità della Regione Marche.
La storia di questo vino marchigiano è tuttavia caratterizzata da alti e bassi. A momenti di vigore negli anni '60, grazie all'enorme quantità esportata, hanno fatto seguito periodi di appannamento nel decennio successivo, dovuti soprattutto alla mancanza di qualità per la grande richiesta sul mercato.
Ha preso poi nuovo vigore a partire dalla metà degli anni '80, grazie all'intuizione di alcune aziende che, studiando ed esaminando cloni di vitigno Verdicchio , sono riuscite ad estrarre un vino dall'enorme personalità e longevità, dandogli un'immagine duratura e consolidata nell'ambiente viti-vinicolo mondiale
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