Ingredienti: per 4 persone
4 triglie di scoglio, già pulite
4 code di gambero
1 melanzana
1 ciuffo di prezzemolo
1 scalogno
8 fettine di pancetta affumicata
2 filetti di alici sott’olio
1 dl di fumetto di pesce
olio extravergine di oliva
pangrattato
Per il gelato di mozzarella:
250 g di mozzarella di bufala, frullata
200 g di purè di patate
1 dl di latte di bufala
olio extravergine di oliva
Preparazione:
- Mettete la mozzarella, il purè, il latte e 5 cucchiai di olio nella gelatiera e avviate l’apparecchio.
- Sfilettate le triglie, disponetele nella placca da forno con la pelle verso il basso, togliete tutte le spine, salate e pepate.
- Ricopritele con uno strato leggero di foglie di prezzemolo, mettete al centro una coda di gambero, quindi richiudetele in due in modo da formare una sorta di “panino”; avvolgete ciascun pesce con due fettine di pancetta.
- Mondate e tritate finemente lo scalogno, fatelo appassire in una padella con l’olio e i filetti di alici ben sgocciolati, quindi unite la polpa della melanzana e cuocete a fuoco moderato per 10 minuti.
- Aggiungete il fumetto di pesce, lasciate insaporire brevemente, quindi togliete dal fuoco e frullate con poco pangrattato; tenete da parte in caldo.
- Cuocete i paninetti di triglia in un padella antiaderente a fiamma viva con poco olio.
- Disponete al centro dei piatto individuali una generosa cucchiaiata di crema di melanzana, mettete sopra la triglia tagliata a cilindretto, di fianco adagiate una pallina di gelato e servite subito.
Vino consigliato: Accompagnate il piatto con un vino bianco in grado di armonizzare con tutti gli ingredienti come il Tocai dei Colli Orientali del Friuli o il Verdicchio di Matelica.
La storia: Vino dalla storia relativamente recente: si è iniziato ad apprezzarlo solo in tempo recenti, grazie anche al traino dell'altro Verdicchio più noto, quello dei Castelli di Jesi. La valorizzazione avviene nel 1967 con l'entrata del Verdicchio di Matelica tra le denominazioni di origine controllata, con un disciplinare che ne stabiliva regole di impianto dei ceppi di vitigno, di allevamento e di vinificazione autonome. Si è voluto dividere un'ampia zona coltivata a Verdicchio per evidenziare come stessi vitigni coltivati in luoghi vicini diano sensazioni e gusti decisamente diversi.
A differenza del Verdicchio dei Castelli di Jesi in questo caso non si è potuto contare sulla tradizione contadina: il vino che veniva prodotto e imbottigliato nella zona di Matelica precedentemente all'istituzione della DOC era il risultato di uvaggi volti solo a vuotare le cantine con un inevitabile calo della qualità. Oggi invece grazie al lavoro di esperti enologi e motivati produttori si è riuscito a ottenere un ottimo vino con il vero "gusto" della terra di Matelica, uscendo così dall'ombra del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Nel 2009 arriva la D.O.C.G. per il Verdicchio di Matelica Riserva.
Il vitigno: Il vino Verdicchio di Matelica deve essere prodotto in percentuale non inferiore all'85% con vitigno Verdicchio; per il restante 15% si possono utilizzare vitigni a bacca bianca ammessi alla coltivazione nell'interno della Regione Marche.
Le zone di produzione: Comprende i comuni che si trovano a ridosso dell'alta valle dell'Esino : Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica, Pioraco, Cerreto d'Esi e Fabriano. Tipologie: Il Verdicchio di Matelica viene prodotto nelle versioni secco, spumante, riserva (minimo 25 mesi di affinamento) e passito
Se ti è piaciuta la ricetta , iscriviti al feed cliccando sull’immagine per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:
Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter o sulla tua bacheca su Facebook. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!
0 commenti :
Posta un commento