Ingredienti: per 4 persone
400 g di filetto di manzo (la parte terminale)
1 filoncino di pane ai cereali
1 spicchio di aglio
1 dl di panna fresca
50 g di yogurt intero denso
40 g di radice di cren grattugiata
4-5 steli di erba cipollina
1 rametto di maggiorana
2 cucchiai di senape di Digione
30 g di burro
1 dl di vino bianco secco
olio extravergine di oliva
sale
pepe
La carne rossa si presta a essere cucinata mantenendo la sezione più interna praticamente cruda, come insegna il famoso roast-beef all’inglese. Potete cuocere il filetto qui proposto anche senza grassi in una padella a fiamma molto alta oppure, dopo averlo rosolato in padella, nel forno caldissimo: in entrambi i casi per un tempo breve, in modo che la carne non faccia in tempo a cuocere internamente ma esternamente possa formarsi l’irrinunciabile crosticina.
Preparazione: 15’ + 15’ di cottura
- Tagliate il pane a fettine sottili e strofinatele con l’aglio, sbucciato e schiacciato; conditele con un filo di olio e tostatele leggermente in forno a 220 °C per 3-4 minuti.
- Montate leggermente la panna e mescolatela delicatamente allo yogurt e al cren; regolate di sale e pepe e profumate con l’erba cipollina tagliuzzata e le foglie di maggiorana.
- Spalmate la carne con la senape, poi rosolatela in una padella con il burro e 1 cucchiaio di olio a fuoco vivace per 5-6 minuti; bagnate con il vino, coprite e continuate a cuocere per 5 minuti a fiamma moderata; salate e pepate.
- Affettate la carne ancora calda e disponetela sulle fettine di pane, completate con un poco di crema di cren e servite immediatamente.
Vino consigliato: Servite con la carne un vino rosso non invecchiato o eccessivamente corposo: preferite il Colli Orientali del Friuli Rosso o il Rosso di Montepulciano.
Il Rosso di Montepulciano è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Siena.
Il Rosso di Montepulciano è un vino indicato per tutto il pasto, particolarmente adatto per i primi piatti al ragù e per le carni in generale. Si sposa bene soprattutto con la bistecca alla fiorentina, il polpettone alla fiorentina, il pollo e i fegatelli. Decisamente adatto anche per i formaggi con un'elevata stagionatura. Andrebbe consumato a una temperatura di 16-18 °C, in calici ballon.
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Il rafano, barbaforte o cren (Armoracia rusticana, Cochlearia armoracia L) è una pianta erbacea delle Crucifere. Il genere Armoracia al quale appartiene è monospecifico. La radice del rafano ha un sapore dolce, leggermente piccante e soprattutto fortemente aromatico e balsamico (si avverte decisamente nelle vie respiratorie e causa lacrimazione). Il rafano è usato, nella cucina tradizionale della Basilicata, per la preparazione della cosiddetta rafanata materana, in cui il rizoma grattugiato fresco è unito a formaggio pecorino, uova sbattute, prezzemolo e pepe nero per la preparazione di una frittata alta circa un decimetro, ricca pietanza tipica del periodo di Carnevale. Il rafano crudo è il condimento principe dello 'Ndrupp'c, o "intoppo", il ragù tipico della città di Potenza: viene grattugiato fresco, direttamente sul piatto di ragù appena preparato, in aggiunta al formaggio, e subito portato in tavola. Utilizzato il tal modo viene scherzosamente definito dai Potentini "u tartuf' d'i pov'ròmm" (trad. "il tartufo dei poveri"). Nella provincia di Potenza è utilizzata anche la foglia per aromatizzare minestre a base di verza. (Wikipedia)
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