Quella del caffè è una storia che si perde nella "notte dei tempi", tanto varia, sfuggente e antica è la sua origine. Difficile trovare il bandolo di questa matassa nera. A cominciare dal nome. È l’altopiano di Kaffa in Etiopia, ricco di colture, ad aver dato il nome alla celebre pianta o è questa che ha dato il nome all’ altopiano? Pare che l’altopiano abissino abbia ricevuto questo nome quando ormai il caffè era già noto in tutto il mondo ed il termine caffè deriverebbe dal turco Kahve, a sua volta proveniente dall’arabo Qahwa, che vuol dire vino o bevanda eccitante. Pochi avvenimenti nella storia sono conditi di leggende come il caffè. Ed è difficile districarsi tra racconti di autentica storia e fiabe di suggestiva leggenda. Nella Bibbia (primo libro dei Re), David porta come dono di conciliazione "dei grani abbrustoliti", cioè dei chicchi di caffè.
Ma è ancora caffè la bevanda amara che Elena aggiunge al vino per asciugare le lacrime degli ospiti alla mensa di Menelao, definita da Omero utile "contro i dispiaceri, i rancori e la memoria dei dolori". Non meno avvincente è la leggenda, proveniente dal Monastero Chehodet nello Yemen, secondo la quale uno dei monaci, avendo saputo da un pastore di nome Kaldi che le sue capre e i suoi cammelli si mantenevano "vivaci" anche di notte se mangiavano certe bacche, preparò con queste una bevanda nell’intento di restare sveglio per poter pregare più a lungo. E che cosa è se non una tazzina di caffè bollente ciò che l’Arcangelo Gabriele offre a Maometto, colpito improvvisamente dalla malattia del sonno? La pozione nera mandatagli da Allah gli permetterà non solo di recuperare subito forza e salute, ma di essere in grado in breve tempo di "disarcionare quaranta cavalieri e di soddisfare altrettante donne". Maggior consistenza storica la si può rintracciare a partire dal XIV secolo, epoca in cui si hanno notizie della lenta ma progressiva invasione del caffè in Arabia, Egitto, Siria, Turchia. Dappertutto trova immediatamente un largo favore tra la popolazione. Non soltanto.
Cominciano da questo momento le prime testimonianze scientifiche sulla bontà del caffè e sulla sua capacità terapeutica. Avicenna, grande medico arabo, come il suo collega Rhazes, lo prescrivono come medicamento. Dall’oriente all’occidente. A partire dal XVI secolo alcuni grossi imprenditori cominciano ad introdurre il caffè anche in occidente: grosse partite di caffè affluiscono soprattutto ai porti di Alessandria e di Smirne. Tuttavia, di fronte alla crescente richiesta e date le spese e le forti tasse che gravano enormemente sui prezzi, si cominciò a pensare di trapiantare il caffè anche in altre parti del mondo. Così gli olandesi impiantarono estese coltivazioni a Giava, i francesi in Martinica e nelle Antille e, successivamente, gli inglesi, gli spagnoli e i portoghesi in Africa, Asia e America. In India pare ci sia arrivato grazie ad un pellegrino che, recatosi alla Mecca, trafugò sette semi di caffè.
Ma è ancora caffè la bevanda amara che Elena aggiunge al vino per asciugare le lacrime degli ospiti alla mensa di Menelao, definita da Omero utile "contro i dispiaceri, i rancori e la memoria dei dolori". Non meno avvincente è la leggenda, proveniente dal Monastero Chehodet nello Yemen, secondo la quale uno dei monaci, avendo saputo da un pastore di nome Kaldi che le sue capre e i suoi cammelli si mantenevano "vivaci" anche di notte se mangiavano certe bacche, preparò con queste una bevanda nell’intento di restare sveglio per poter pregare più a lungo. E che cosa è se non una tazzina di caffè bollente ciò che l’Arcangelo Gabriele offre a Maometto, colpito improvvisamente dalla malattia del sonno? La pozione nera mandatagli da Allah gli permetterà non solo di recuperare subito forza e salute, ma di essere in grado in breve tempo di "disarcionare quaranta cavalieri e di soddisfare altrettante donne". Maggior consistenza storica la si può rintracciare a partire dal XIV secolo, epoca in cui si hanno notizie della lenta ma progressiva invasione del caffè in Arabia, Egitto, Siria, Turchia. Dappertutto trova immediatamente un largo favore tra la popolazione. Non soltanto.
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