Siete ben piazzati sulla vostra sedia a sdraio? Avete controllato lo stato della tela? Ricordatevi di Salazar, il dittatore portoghese: non lo fece e ne morì, dopo rovinosa caduta. Se invece tutto è in ordine, il bagnino ha tirato a lucido la spiaggia e dal bagnasciuga spira una confortante brezza, siete nelle migliori condizioni per la lettura. Che non sia troppo cerebrale, però, ma nemmeno troppo sciocca. Un libro di aforismi fa al caso vostro, così quando il simpatico figlioletto dei vicini vi tirerà la sabbia negli occhi, almeno non avrete perso il segno. Una raccolta di citazioni, sentenze, apoftegmi, boutade, tutti a tema cibo, l’ha tentata Roberta Deiana, home economist ad alto tasso culturale: ne ha trovati 300 e li ha raccolti in un volume intitolato Invito a cena con aforisma (il leone verde Edizioni, 120 pag., 10 euro).
Il bello di un libro simile è che potete iniziare a leggerlo alla pagina che volete. Io vi consiglio pagina 63, dove c’è la citazione a mio parere migliore: “Come si può governare un paese che ha 256 varietà differenti di formaggio?” Non l’ha detto Mario Monti, lo disse Charles de Gaulle dopo la sua elezione del 1951. Mi piace perché riecheggia il vecchio “governare gli italiani non è difficile, è inutile”, attribuito a Mussolini. Ma almeno la frase di de Gaulle profuma di Camembert. Se la politica, per l’ombrellone, è troppo impegnativa, allora parliamo di sesso. Memorabile Catherine Deneuve che riferendosi agli italiani affermava: “Hanno solo due cose per la testa. L’altra sono gli spaghetti”.
Riecheggiata da Sofia Loren che, parlando invece di sé, diceva: “Tutto ciò che vedete, lo devo agli spaghetti”. Meno esplicita ma non meno sensuale la citazione da Il Piacere di D’Annunzio: “Il vero lusso d’una mensa sta nel dessert. Tutte quelle squisite e rare cose dilettavano la vista, oltre il palato... I festoni intrecciati di camelie e di violette s’incurvavano tra i pampinosi candelabri del XVIII secolo animati dai fauni e dalle ninfe”. Il Vate è troppo decadente per il vostro palato? Rinfrancatevi con una prozia di Brillat-Savarin, alla quale si attribuisce il fulminante: “Presto, portatemi il dessert! Sento che sto per morire”.
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