Il mare d’Ischia, oltre ad essere incantevole, è un mare molto pescoso. Questo permette di preparare ottimi piatti a base di pesce che sono alla base della dieta ischitana.
Oggi proponiamo un piatto buonissimo : il “cuoccio” all’acqua pazza.
Ingredienti: per 4
1 capone coccio di 1 kg
500 g di pomodorini ciliegia
6 spicchi di aglio
1 peperoncino rosso piccante
1 mazzetto di prezzemolo
1 bicchiere di vino bianco secco
olio di oliva
sale
Preparazione: 20’ + 35’ di cottura
- Private il pesce della testa, delle squame, della coda e tagliatelo a metà.
- Togliete la pelle e le interiora, quindi ricavatene dei filetti; lavateli sotto un getto di acqua fredda corrente e asciugateli, tamponandoli delicatamente con carta assorbente da cucina.
- Fate scaldare l’olio in una teglia, unite gli spicchi di aglio sbucciati e leggermente schiacciati, il peperoncino rosso spezzettato e lasciate rosolare.
- Aggiungete i pomodorini mondati e divisi a metà, salate, bagnate il tutto con il vino bianco e un bicchiere di acqua e fate cuocere il brodetto fino a quando inizierà a bollire.
- Aggiungete a questo punto i filetti di pesce e lasciateli cuocere per 10 minuti; voltateli delicatamente e proseguite per altri 10 minuti.
- A cottura ultimata, cospargete la preparazione di prezzemolo lavato e grossolanamente spezzettato, lasciando qualche ciuffetto intero.
- Servite immediatamente.
Vino consigliato: È una preparazione sapida, con tratti delicati suggeriti dalla polpa bianca del pesce, che necessita di un vino bianco garbato ma tipico come il Greco di Tufo, vino asciutto e armonico, o il Vermentino di Luni.
Come dimostra il nome, è un vitigno di origine greca, coltivato soprattutto in Campania (Greco di Tufo), in Calabria (Greco Bianco o Cirò Bianco). I vitigni Grechetto e Grecanico mostrano molte similitudini.
Quando si parla del vino Greco è praticamente impossibile non ricordare anche la sua gloriosa storia e il suo fondamentale contributo alla diffusione in Europa della bevanda di Bacco, ma visto che si parla della Grecia, sarebbe bene dire “la bevanda di Dioniso”.
In antichità i vini Greci, in particolare quelli dolci, erano famosi ovunque, soprattutto nell'antica Roma, e gli antichi colonizzatori Greci introdussero la vite e il culto del vino nelle terre e nei luoghi in cui arrivavano.
Da quei luoghi la diffusione fu ampia e imponente e ancora oggi, a distanza di decine di secoli, i risultati sono vivi e ben radicati nelle culture dei paesi Europei. Nonostante l'importanza del vino nella cultura dell'antica Grecia, un fattore che avrebbe fatto pensare ad uno sviluppo dell'enologia del paese senza pari in nessun altro luogo del mondo, la produzione di vino in Grecia ha vissuto nei secoli scorsi un lungo periodo di recessione. Mentre gli altri paesi Europei continuavano il loro sviluppo nelle tecniche enologiche, la Grecia non fece altrettanto, soprattutto durante il dominio degli Ottomani, e la strepitosa fama del vino Greco fu consegnata alla memoria del tempo.
Solo in tempi piuttosto recenti, in particolare negli ultimi venti anni del secolo scorso, l'enologia Greca sta mostrando una nuova vita cercando di recuperare e riprendere il passo degli altri paesi produttori del mondo.
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