C'è nel Veneto un affettuoso rispetto per il vino, considerato bevanda evangelica, alimento completo per la vita umana, insieme al pane.
E i Veneti, ancestralmente religiosissimi, credono istintivamente nei segreti legami fra il cielo e la terra, fra lo spirito e la materia, negli affreschi delle ville la Beata Vergine convive senza troppo scandalo accanto a Venere, a Minerva, a Diana e a Giunone, e Giove, con le sue drude ed i suoi ganimedi, con tutta una schiera di figli llegittimi, vive accanto al tranquillo e dolce san Giuseppe della Sacra Famiglia.
Il popolo considera il vino una specie di misura per la saggezza degli uomini, causa di serenità, di ebbrezza e perfino di felicità, ma anche di perdizione e rovina. La vite è quindi una specie di venerabile albero del bene e del male, e i suoi prodotti più celebri sono il Bardolino, il Valpolicella, il Reciotto frizzante ed amabile, e l'Amarone, in quel di Verona.
Superstiti dagli anni duri della fillossera e della peronospora, il bacò ed il clinto, quest’ultimo di non molto pregio, ma assai popolare ed amato per il suo profumo, l'unico che permetta l'aggiunta di acqua, gradevole e fresca bevanda estiva, da consumarsi in squèla per una colazione estiva sotto ad un pergolato, con pagnotte di pane casareccio farcite di sopressa e di ossocollo o di salame profumato all'aglio.
La più celebre è quella di Bassano, nostalgica corroboratrice per evocare memorie militaresche, specie negli alpini.
Infallibilmente ruturosa la graspa al salto che vede aggiungere contemporaneamente alla grappa versata sul fondo di un grande bicchiere, un cucchiaio di zucchero ed una spruzzata di seltz, o un sorso di acqua minerale gassata. Per ottenere l'effetto desiderato si beve tutta d'un fiato.
Dopo i lunghi banchetti di nozze paesane, gli scapoli incalliti amici dello sposo novello, ammiccando maliziosamente, gli consegnano un bel bottiglione di zabajòn mentre sta salendo la scala che lo porta al talamo, sussidio per le imminenti fatiche amorose.
E i Veneti, ancestralmente religiosissimi, credono istintivamente nei segreti legami fra il cielo e la terra, fra lo spirito e la materia, negli affreschi delle ville la Beata Vergine convive senza troppo scandalo accanto a Venere, a Minerva, a Diana e a Giunone, e Giove, con le sue drude ed i suoi ganimedi, con tutta una schiera di figli llegittimi, vive accanto al tranquillo e dolce san Giuseppe della Sacra Famiglia.
Il popolo considera il vino una specie di misura per la saggezza degli uomini, causa di serenità, di ebbrezza e perfino di felicità, ma anche di perdizione e rovina. La vite è quindi una specie di venerabile albero del bene e del male, e i suoi prodotti più celebri sono il Bardolino, il Valpolicella, il Reciotto frizzante ed amabile, e l'Amarone, in quel di Verona.
I vini del Veneto.
A Vicenza c'è il Soave e c'è il Torcolato. Nel trevigiano trionfano il Raboso, il Cartizze e il Prosecco, ma in tutto il Veneto forniscono stupendi prodotti i vitigni di Pinot, di Riesling, di Cabernet, di Merlot, di Marzemino.Superstiti dagli anni duri della fillossera e della peronospora, il bacò ed il clinto, quest’ultimo di non molto pregio, ma assai popolare ed amato per il suo profumo, l'unico che permetta l'aggiunta di acqua, gradevole e fresca bevanda estiva, da consumarsi in squèla per una colazione estiva sotto ad un pergolato, con pagnotte di pane casareccio farcite di sopressa e di ossocollo o di salame profumato all'aglio.
Leggi anche: Come preparare la mousse di salmone, antipasto di mare veloce e sfizioso.Fra i distillati domina, sovrana incontrastata, la grappa, ottima in ogni provincia.
La più celebre è quella di Bassano, nostalgica corroboratrice per evocare memorie militaresche, specie negli alpini.
Spiccato profumo della grappa.
Per donare alla grappa un più spiccato profumo, le si fanno infondere varie foglioline aromatiche, fra le quali più diffusa è la ruta.Infallibilmente ruturosa la graspa al salto che vede aggiungere contemporaneamente alla grappa versata sul fondo di un grande bicchiere, un cucchiaio di zucchero ed una spruzzata di seltz, o un sorso di acqua minerale gassata. Per ottenere l'effetto desiderato si beve tutta d'un fiato.
Liquore all'uovo.
Ogni famiglia ha poi una sua ricetta di liquore all'uovo, cui si danno le più pittoresche denominazioni; anche questo a volte viene però, impropriamente, chiamato zabajòn, parola forte e tronca, energica di per se stessa, che sembra quasi sottolineare le proprietà energetiche e afrodisiache che gli si attribuiscono.Dopo i lunghi banchetti di nozze paesane, gli scapoli incalliti amici dello sposo novello, ammiccando maliziosamente, gli consegnano un bel bottiglione di zabajòn mentre sta salendo la scala che lo porta al talamo, sussidio per le imminenti fatiche amorose.
Il popolo veneto considera il vino una specie di misura per la saggezza degli uomini.Twitta
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Gran bel post!!
RispondiEliminaPer i veneti il vino ha tradizioni millenarie.
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