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Denominatori comuni della cucina triveneta: la zuppa di fagioli, la frutta e il Pandoro di Verona.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 18/08/2017 | 21:56

Altro denominatore comune della cucina triveneta, la zuppa di fagioli, la cui cremosità morbida e grassa, per la qualità di certi fagioli di montagna, sembra inarrivabile. Vi nuotano pezzetti di maiale, cotenne e piedini, ossa e salsicce, orecchie e codini.

Da servirsi senza formaggio, con una croce d'olio ed un pizzico di pepe nero. Piatto all'apparenza volgare, quasi barbarico, rivoltante, ma in sostanza raffinatissimo, l'accoppiare ad una zuppa di fagioli abbastanza fluida, la consistenza alabastrina e fresca di alcuni gambi di radicchio di Treviso, che sembra proporre naturalmente per forma e per colore, l'arte dei maestri vetrai di Murano.

Popolare quasi quanto la zuppa di fagioli, quella di trippe, che aveva funzioni corroboranti, specie nelle mattinate invernali, ristoro d'obbligo di chi di prima mattina si recava dalla campagna in città, per affari.
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Denominatori comuni della cucina triveneta.

Gli gnocchi di patate.

Protagonisti di una festa popolare carnevalesca sono a Verona gli gnocchi, ora naturalmente di patate, che si sono sostituiti agli gnocchi e ai maccheroni a base di pane, che sopravvivono nella parte montagnosa della regione e si chiamano canederli. Condimento il sugo di una pastizada de cavalo con aromi d'erbe e di robusto vino rosso; oppure zucchero e cannella con burro dorato.

Mercato europeo di frutta.

Verona è anche un grande mercato europeo di frutta e produce delle pesche eccellenti, mentre sulle rive del Garda maturano i cedri. Pesche ancora a Mogliano, ciliegie rosee e sode a Marostica, fichi piccolissimi e dolci, i segalini, nel padovano; pere e mele in tutta la zona collinare, ed ora anche, motivo dominante del paesaggio invernale, moltissimi i cachi.

Panorama dei dolci tipici italiani.

Nel panorama dei dolci tipici italiani: il Pandoro di Verona occupa un suo autorevole posto, una specie di panettone al doppio burro, lievitatissimo in uno stampo a forma stellata.
Leggi anche: la polenta è il cuore della casa veneta, il simbolo popolare della sua cucina.
A Venezia ci sono i baicoli, a Cologna Veneta nobili torroni e mostarde policrome, più o meno piccanti, nel trevigiano la fregolotta e nel vicentino le torte Margherite, strette parenti di una polentina di Cittadella, oramai quasi dimenticata, mentre nelle case è ancora in auge una torta sabbiosa, fragrante di burro.
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Dolcetti popolari.

Segue poi tutta una serie di dolcetti popolari, in via di estinzione, dai pevarini ai forti delle sagre, ora venduti carissimi solo in un negozio di Bassano, ai bianchetti, agli ossi da morto, ai pandoli, ai parpagnacchi, agli zaleti, agli sfogìadini ed a tutte le varietà di bussolai, da intingersi nel vino dolce, nel Torcolato, nel vin di Cipro o di Candia, e con esso protagonisti di ogni civile ed ospitale « trattamento » presso le famiglie venete.
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Altra delicatezza familiare la rosada, una crème versée, che nel Veneto non si versa affatto ma si toglie e si serve a cucchiaiate dal recipiente di cottura, sia pure caramellato. C'è poi el zabajòn spesso reso più spumoso per la presenza di panna montata e trasformato talvolta in delizioso semifreddo, servito con accompagnamento di baicoli.

Le castagne col vino.

E poi d'autunno e d'inverno, le castagne col vino nuovo, bollite, o arrostite, e la pinza che raccoglie in una polenta tutte le cose dolci che l'autunno dona alla terra prima di assopirsi nell'inverno : uvetta, fichi, zucca, miele, mele, semi di finocchio, bucce di agrumi per l'aroma, e grappa.



Grasso di maiale per condirla. La pinza più tradizionale viene cotta la notte dell'Epifania, avvolta in foglie di verza, sotto le braci e le ceneri di un falò in cui bruciano tutte le cose vecchie, da rifiutare, da togliere dalla casa e dalla memoria, dai mobili vecchi, agli abiti inutilizzabili, alle lettere di una morosa infedele.
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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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