I limoni sorrentini, così come quelli amalfitani, sono particolarmente pregiati grazie alla buccia ricca di essenze, molto richiesta in liquoreria: i migliori limoncelli nascono infatti dai limoni Massese (o Femminello) e Sfusato.
Il primo ha forma tondeggiante, con buccia più sottile, ed è coltivato nel Sorrentino, mentre il secondo ha forma più allungata e viene prodotto nell’Amalfitano. è opinione diffusa che un buon limoncello, salvo eccezioni, debba titolare almeno 30 gradi alcolici.
Ingredienti:
500 g di limoni gialli non trattati
300 g di alcol per liquori a 90°
400 g di zucchero
Preparazione: 20’ più il tempo di macerazione + 5’ di cottura
- Lavate bene i limoni sotto l’acqua fredda corrente, quindi asportate la buccia, avendo cura di non togliere anche la parte bianca amara.
- Fate macerare nell’alcol la buccia così ricavata per 15 giorni.
- Trascorso questo tempo, fate bollire in 350 g di acqua lo zucchero per qualche minuto fino a ottenere uno sciroppo molto fluido.
- Fatelo raffreddare completamente, quindi unitelo al composto di alcol e limoni.
- Mescolate bene, infine filtrate il liquore e versatelo in bottiglia. Lasciatelo riposare almeno una settimana prima del consumo.
Fu nel lontano 1200 che la pianta di limone approdò nel Mediterraneo, e di conseguenza in Italia, ad opera degli arabi. Attualmente, l’Italia è il primo paese nella classifica mondiale di produzione di questo agrume. Le colture sono soprattutto nel meridione (Sicilia in testa, seguita da Calabria e Campania), poiché il clima ideale per lo sviluppo della coltura è un clima mite: inverni non rigidi ed estati ventilate. Il nome scientifico del limone è citrus limonia; il frutto è caratterizzato da una polpa biancastra o giallina dalla quale per spremitura si ottiene un succo acidulo ad alto contenuto di vitamina C, da una scorza bianca insapore (generalemnte non utilizzabile) e dalla scorza esterna dal caratteristico colore giallo (da cui il cosiddetto “giallo limone”).
E’ proprio dalla buccia che si distillano o spremono gli oli essenziali di cui il frutto è ricco, che danno vita su scala artigianale e industriale a diverse preparazioni: gastronomiche e dell’arte dei profumi. Del limone si apprezza e si utilizza anche il legno: usato dagli ebanisti, costituiva anche l’anima dei mobili in stile impero, rivestiti poi di mogano. Ma il limoncello, perché di questo parliamo, si ottiene dalla macerazione delle bucce in una mistura di acqua, alcool e zucchero per circa ottanta giorni. Ottimo digestivo se servito freddo, il liquore, si può bere anche a temperatura ambiente.
Meglio gustarlo concentrato, ma può, piacendo, essere sorbito anche con aggiunta di acqua tonica o champagne. Ottimo come aperitivo, è tradizionalmente usato per chiudere un pranzo, dopo il caffé. il limoncello si conserva bene nella bottiglia di vetro, nel congelatore (la componente alcolica del preparato impedisce che il prodotto si congeli) oppure a temperatura ambiente lontano da fonti di luce o di calore. Non ha generalmente data di scadenza, ma meglio consumarlo nell’arco di uno, massimo due anni”.
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