I canapè sono attualissimi finger food, ossia preparazioni da mangiare “con le mani”, in modo che nessuna posata interferisca con il cibo. In queste piccole prelibatezze possiamo esprimere la nostra creatività, curando sia l’impatto visivo sia la raffinatezza degli ingredienti. Si possono servire con l’aperitivo, come antipasti, oppure in colorati buffet.
Ingredienti: per 4 persone
3 grossi cetrioli
1/2 cipolla rossa
1/2 peperone giallo
1/2 peperone rosso
150 g di mozzarella
1 mazzetto di menta
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale
pepe
sale
Preparazione: 30’ più il tempo di marinatura
- Lavate i cetrioli, spuntatene le estremità e sbucciateli.
- Tagliateli a fette spesse 2 cm e scavatele un poco internamente con un cucchiaino in modo tale da ottenere delle vaschette.
- Sbucciate la cipolla, affettatela e riducetela in brunoise insieme con i peperoni.
- Mettete il tutto in una ciotola, aggiungete la mozzarella tagliata a dadini molto piccoli, 3 cucchiai di olio, sale e pepe.
- Coprite con la pellicola trasparente e lasciate marinare le verdure in frigorifero per almeno un’ ora.
- Poco prima di portare in tavola, salate leggermente le fette di cetriolo e riempitele con le verdure marinate.
- Servite ciascun canapè decorandolo con le foglioline di menta.
Vino consigliato: preparazione che mescola i sapori vegetali alla dolcezza sierosa della mozzarella; da scegliere un vino bianco delicato e morbido come la Falanghina dei Campi Flegrei o il Cialla Bianco dei Colli Orientali del Friuli.
Il Campi Flegrei Falanghina è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Napoli.
Si narra che la vite sia entrata in Italia dal porto di Cuma, antica colonia fondata nel 700 a.c. ai piedi dei Campi Flegrei. I Greci avevano l’abitudine di coltivare la vite lasciandola strisciare per terra, ma in Italia questo tipo di allevamento faceva ammuffire l’uva quindi i coloni furono costretti a cercare un’alternativa. Fu così che i primi viticoltori capirono che sollevando la vite da terra ed allevandola su pali di legno, in latino phalangae, si evitava l’insorgere di problemi di botrite. Da questi sostegni nacque il Vinum Album Phalanginum, progenitore della nostra Falanghina.
Caratteristiche organolettiche:
Colore giallo paglierino con riflessi dorati e sfumature di un verde appena accennato. Agitando leggermente il bicchiere è evidente l’elevata densità di questo vino. Il profumo è dolce e delicato, si avverte una nota dominante di frutta matura e miele. Al gusto manifesta una elevata pienezza e morbidezza accompagnata da una buona persistenza, caratterizzata da sensazioni mielate e tenui sfumature speziate. E’ da bere giovane nei primi due anni, per la sua raffinatezza aromatica complessiva che si svela lentamente nel bicchiere, non andrebbe degustato eccessivamente freddo, ma a circa 12 – 14° C.
Abbinamenti gastronomici:
Si allea magistralmente ai frutti di mare crudi, crostacei come ostriche a vapore, scampi, gamberi e carpacci di pesce fresco. Non è da sottovalutare l’accoppiamento con risotti di verdure in particolar modo con quello all’asparago selvatico ed in generale con tutte le verdure alla griglia
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