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I vini spumanti e frizzanti in Italia: il Veneto.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 24/09/2013 | 14:13

Per molto tempo la produzione spumantistica italiana è stata considerata come un pallido surrogato del più nobile e rinomato Champagne francese. Negli ultimi anni si sta assistendo ad una forte rivalutazione delle tradizioni nazionali in questo settore, grazie anche alla riscoperta, in questi prodotti, di quei profumi ed aromi caratteristici delle diverse zone di produzione, che tanto attraggono il consumatore. Accanto agli spumanti è diffusa in Italia la produzione di vini frizzanti, che differiscono dai primi per la quantità di anidride carbonica contenuta.

In Italia la produzione di spumanti e frizzanti è diffusa su tutto il territorio nazionale ma, le regioni in cui questa tradizione è maggiormente radicata sono quelle settentrionali, ed in particolare il Piemonte, la Lombardia, il Trentino, il Veneto e l’Emilia Romagna.

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IL VENETO.

Conegliano-Valdobbiadene
La DOC Conegliano-Valdobbiadene, riconosciuta nel 1969, è riservata al vino ottenuto principalmente dal vitigno Prosecco.

Le notizie bibliografiche sulla coltivazione del vitigno «Prosecco» nella provincia di Treviso sono piuttosto recenti. Qualche indizio tenderebbe, tuttavia a dargli origini ben più nobili e antiche facendolo addirittura risalire ad epoca romana ed esattamente al vino Pucinum. Questo Pucino doveva essere coltivato in prossimità delle fonti del Timavo, presso Trieste, e se ne producevano solo piccole quantità. Poiché ancor oggi nella zona triestina del paese di Prosecco e in altre zone limitrofe si coltiva un vitigno denominato Glera, apparso identico al Prosecco tondo del Trevigiano, molti studiosi hanno identificato il Prosecco trevigiano con il Pucinium. Una precisa identificazione tuttavia non è possibile, date le notizie vaghe e contrastanti che su questo argomento caratterizzano gli scrittori romani.
Fra gli studiosi della questione sono quindi venute accreditandosi due ipotesi principali:

  1. dai colli Euganei, dove la coltura della vite risale al primo millennio avanti Cristo, il vitigno del Prosecco sarebbe stato portato tra le colline della Venezia Giulia, col nome di Glera, passando da Conegliano dove avrebbe assunto successivamente la denominazione attuale di Prosecco;
  2. il vitigno avrebbe seguito l’itinerario inverso e cioè dalla zona di origine, con epicentro Prosecco in provincia di Trieste, il vitigno omonimo si sarebbe spinto verso occidente fino ai colli Euganei.

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Nel Trevigiano si sono distinti vari tipi di Prosecco: il Prosecco bianco, com’è descritto nell’Ampelografia Italiana, che corrisponde al Prosecco Balbi, dal nome del conte Balbi Valier che lo diffuse nelle sue proprietà di Pieve di Soligo; il Prosecco tondo, così chiamato per via della forma sferica del suo acino, che si preferisce tuttavia denominare semplicemente Prosecco essendo il più diffuso e, in qualche zona, l’unico usato. Esiste poi il Prosecco lungo, così chiamato per via della forma allungata del suo acino; originario delle colline di Col San Martino, oggi è quasi totalmente scomparso, sembra per la scarsa produttività dovuta alla difettosa conformazione fiorale. Un terzo vitigno, da non confondersi con i Prosecchi, è quello un tempo erroneamente denominato Prosecco nostrano, poi risultato essere la Malvasia toscana o Malvasia del Chianti. Tale vitigno è ancora sporadicamente coltivato con il Prosecco sotto il nome di Malvasia trevigiana.
La zona di produzione si estende su un’area di circa 18.000 ettari di superficie agricola, nella fascia collinare della provincia di Treviso (15 comuni) compresa tra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene (provincia di Treviso, figura 7). La vite è coltivata solo nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare. Attualmente all’albo DOC sono iscritti quasi 3900 ettari di vigneto, lavorati da più di 3000 produttori: di questi, 101 ettari appartengono alla sottozona del Superiore di Cartizze (il Superiore di Cartizze deve essere prodotto con uve provenienti dalla frazione S.Pietro di Barbozza del comune di Valdobbiadene).

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I vitigni utilizzabili sono principalmente il Prosecco, e in misura minore (massimo 15%) il Verdiso, Perera, Bianchetta e Prosecco lungo (da soli o congiunamente).

Il disciplinare non fa menzione di metodi di spumantizzazione, nè indica periodi di elaborazione; dice solo che il vino Conegliano-Valdobbiadene e quello avente diritto alla sottospecificazione «Superiore di Cartizze», preparati nei tipi «frizzante» e «spumante», devono essere ottenuti esclusivamente per rifermentazione naturale in recipiente chiuso. Tuttavia il Prosecco, una volta fermentato in bottiglia, oggi viene quasi esclusivamente prodotto con il metodo Charmat.

Il vino DOC Conegliano-Valdobbiadene spumante può anche essere designato in etichetta con il solo nome della DOC: Conegliano-Valdobbiadene, o più semplicemente Conegliano, o Valdobbiadene. Può essere messo in commercio nelle tipologie Brut, Extra Dry e Dry.

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Per quanto riguarda le caratteristiche compositive, il vino DOC Conegliano-Valdobbiadene spumante deve avere un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 11% (11,5% per il superiore di Cartizze), un’acidità totale minima del 5 per mille, un estratto secco netto minimo del 15 per mille e ceneri minime del 1 per mille.

Infine per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche l’Extra Dry è il Prosecco definito come «classico», che combina l’aromaticità varietale con la sapidità esaltata dalle bollicine. Presenta un colore paglierino brillante ravvivato dal fine e persistente perlage. L’aromaticità è fresca e ricca di profumi propri della mela, della pera, con un sentore di agrumi che sfumano nel floreale. In bocca il vino si presenta morbido e al tempo stesso asciutto grazie ad una acidità ben presente. Il Brut è il Prosecco più moderno e sta riscuotendo un enorme successo internazionale. E’ caratterizzato da profumi con sentori di agrumi più marcati rispetto all’extra dry e dalla presenza di note vegetali unite alla piacevole nota di crosta di pane. Il perlage fine assicura la persistenza dei sapori e la pulizia del palato.

Figura 7: Zone di produzione del Conegliano-Valdobbiadene 
Zone di produzione del Conegliano-Valdobbiadene

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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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