La zona vinicola dell'Irpinia DOC è un'ampia zona dell'Appennino campano che geologicamente è conformata da materiali affioranti dall’Unità del Vallone del Toro, costituita da una successione pelitico-evaporitica di età Messiniana composta da tre formazioni Argilliti policrome, Argilliti con gessi di Mezzana di Forte e “Calcareniti e marne dei Serroni.
In profondità, dal basso verso l'alto, si hanno invece formazioni di Flysch Rosso, del Flysch Numidico e da una successione arenacea, argille varicolori del Fortore e la Formazione di Corleto Perticara, costituita da successioni stratificate calcareo-marnoso-pelitiche e, nella porzione miocenica, da materiale arenitico marnoso, espressione di una sedimentazione silico-clastica , dapprima tufacea e poi quarzarenitica (Flysch Numidico) ed infine con le Arenarie di San Giorgio.
Il vitigno rosso principale per la vinificazione dell'Irpinia DOC è l'Aglianico, affiancato dal Piedirosso e gli altri vitigni classici coltivati in Campania.
L'Aglianico si trova a suo agio sui terreni di origine vulcanica, e si pensa che possa dare buoni risultati anche in numerose zone del Lazio di stessa origine, soprattutto a sud di Roma. Il suo acino è sferico, con alta concentrazione di pruina sulla buccia, colore quasi blu e polpa ricca acida-astringente. I suoi vini hanno un colore rubino intenso, con aromi primari pieni derivati proprio dal terreno classico vulcanico, e una spiccata astringenza da smussare e addolcire con l'invecchiamento in barrique e l'affinamento in bottiglia. Senza dubbio una delle migliori uve rosse d'Italia, che deve però ancora esprimere tutte le sue potenzialità. Si trova bene nella coltivazione in regioni fredde e ad altitudini elevate, grazie alla germogliazione e maturazione precoci.
La denominazione di origine controllata Irpinia è abbastanza recente, istituita con decreto ministeriale il 13 settembre del 2005, per autorizzare la produzione di vini bianche, rossi e rosati, anche in tipologia passito, nell'intera provincia di Avellino con la specificazione anche della sottozona Campi Taurasini, che puo essere prodotta nei territori comunali di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella, Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca San Mango sul Calore, Torre le Nocelle, Venticano, Gesualdo, Villamaina, Torella dei Lombardi,Grottaminarda, Melito Irpino, Nusco, Chiusano San Domenico tutti in provincia di Avellino.L'uva menzionate nel disciplinare è Aglianico che deve essere presente per un minimo del 70% nell'assemblaggio, a cui possono concorrere, per la eventuale restante percentuale, gli altri vitigni a bacca nera, non aromatici, congiuntamente o disgiuntamente, inclusi tra le varietà idonee per la provincia di Avellino nella percentuale massima del 30%. In particolare i classici autoctoni Piedirosso e Sciascinoso, che vantano anche le tipologie monovitigno quando presenti per almeno l'85% nel vino.
Le rese massime delle uve sono di 12 tonnellate per ettaro in tutte le tipologie ad eccezione della sottozona Campi Taurasini, dove la resa è fissata a massimo 11 tonnellate per ettaro.
Per l'iscrizione all'albo sono considerati unicamente i vigneti bene esposti ed impiantati su terreni a giacitura pedocollinare, fino a 600 metri s.l.m.; questo limite non si applica ai vigneti nei territori dei comuni di produzione dei vini a DOCG “Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi” ed ai vigneti inclusi nella sottozona “Campi Taurasini”; la conformazione orografica deve essere tale da evitare il ristagno delle acque e l’eccessiva umidità e l'esposizione deve garantire la corretta maturazione delle uve. Sono esclusi pertanto tutti i vigneti posti nei fondovalle, in zone umide perché adiacenti a fiumi, torrenti o invasi di acqua, in zone fortemente ombreggiate, boschive o in radure esposte a nord, in zone di bassa pianura ed in terreni situati oltre i 600 metri s.l.m. e in zone la cui esposizione non garantisce una corretta maturazione delle uve.
Sono autorizzate le tipologie Irpinia Rosso, Irpinia Novello, Irpinia Piedirosso, Irpinia Aglianico,Irpinia Sciascinoso, Irpinia Aglianico Passito, Irpinia Aglianico Liquoroso e la già menzionata Irpinia sottozona dei Campi Taurasini.
L'Irpinia Passito Aglianico, devono essere elaborati con parziale appassimento delle uve sulla pianta oppure dopo la raccolta fino al raggiungimento di un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 15,50% vol. È vietata ogni aggiunta di mosti concentrati o mosti concentrati rettificati e il vino non deve essere immesso in commercio prima del 1° Giugno dell’anno successivo alla vendemmia.
Il vino Irpinia Liquoroso con la menzione del vitigno Aglianico, deve essere elaborato secondo delle norme vigenti in Italia, fino al raggiungimento di un titolo alcolometrico volumico totale non inferiore a 16,00% vol. anche in questo caso è vietata ogni aggiunta di mosti concentrati o mosti concentrati e rettificati e il vino non deve essere commercializzato prima del 1° Ottobre dell’anno successivo alla vendemmia.
L'Irpinia con la specificazione della sottozona “Campi Taurasini” non può essere immesso al consumo prima del 1° Settembre dell’anno successivo alla vendemmia.
Le tipologie.
L'Irpinia Rosso ha colore rosso rubino più o meno intenso; Il profumo è floreale, fruttato e persistente, con sapore asciutto, equilibrato e caratteristico. A tavola si serve con l'ossobuco, l'arrosto o l'abbacchio.
Nell'Irpinia Novello il colore assume il rosso porpora; Il profumo diventa vinoso, fruttato, intenso con sapore asciutto o abboccato, comunque intenso. Ottimo con gli antipasti, i risotti allo zafferano, i salumi e gli antipasti di verdure.
Per l'Irpinia Passito Aglianico il colore varia dal rosso granata carico all’aranciato, come da caratteristica del vitigno. Il profumo è delicato, floreale, fruttato e fragrante. Al palato può essere amabile o dolce, pieno, armonico. Si abbina con dessert, formaggi erborinati e piccanti o fuori pasto, anche in aperitivo.
Nell'Irpinia Aglianico Liquoroso il colore torna ad essere rosso rubino intenso, tendente al granata con l’invecchiamento. Il profumo è etereo e intenso. Il sapore può essere secco o più rotondo nelle tipologie amabile e dolce, caldo, pieno e vellutato. Bene con dessert, formaggi erborinati e piccanti e nella tipologia amabile con gli arrosti e i piatti a base di pesce.
L'Irpinia Aglianico ha sempre colore rosso rubino più o meno intenso, con profumo caratteristico e intenso di questo fantastico vitigno. Il sapore rispecchia sempre queste caratteristiche ed è asciutto, giustamente tannico ed equilibrato. A tavola si abbina con l'abbacchio, la trippa alla napoletana, i salumi e i formaggi semiduri.
Il monovarietale Irpinia Piedirosso ha sempre colore rosso rubino più o meno intenso, con profumo fruttato, persistente ed intenso. Il sapore è asciutto, giustamente tannico. Per lui il risotto alla novarese, i salumi e le carni sia rosse che bianche.
Il monovitigno Irpinia Sciascinoso rimane di colore rosso rubino più o meno intenso. Il profumo è sempre fruttato, persistente ed intenso con sapore asciutto, morbido, equilibrato. Si abbina con peniscia, abbacchio, salumi e pasta.
Nella denominazione di sottozona Irpinia Campi Taurasini il colore resta rosso rubino più o meno intenso, tendente al granata con l’invecchiamento con profumo caratteristico, intenso, persistente e gradevole. Al palato è asciutto, giustamente tannico, morbido, di corpo e armonico. Per lui carni bianche ma anche zuppe alla marinara e pesci alla griglia.
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