Narra lo storico greco-romano Polibio che Annibale, vinti i Romani al Trasimeno, varcò l’Appennino probabilinente percorrendo l’itinerario di quella che fu l’antica via Cecilia, portando l’esercito a riposare e a ristorarsi nelle vallate che scendono all’Adriatico, territori dei Piceni e degli Aprutini, già allora noti per i generosi prodotti della terra che servirono a ristorare l’esercito e per la presenza di un vino rinomato che utilizzò per guarire i feriti. Ciò testimonia di quanto antiche siano le origini della viticoltura teramana come, del resto, quelle dell’intera regione. Nella sua Naturalis Historia Plinio il Vecchio esaltava la qualità e la squisitezza del Pretuziano e Ovidio, il poeta di Sulmona, nel suo poema epico Le Metamorfosi, celebrò la bellezza e l’importanza dei vigneti della Valle Peligna (da cui proviene storicamente il vitigno del Montepulciano) dalla quale giungevano a Roma i vini destinati alla “jeunesse dorèè” imperiale.
Il territorio delle Colline Teramane, che si estende al nord della regione, posto tra le altitudini del Gran Sasso e le coste dell’Adriatico, fa da cornice a uno stupefacente spettacolo di vigne curate alla stregua di meravigliosi giardini e da palcoscenico alla celebrazione di vini che in questi ultimi anni hanno raggiunto la notorietà e l’apprezzamento degli appassionati.
In primis il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, che dal novembre 2002 ha ottenuto l’ambito riconoscimento della Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) entrando a far parte di quel ristretto numero èlitario di vini italiani che possono fregiarsi di tale riconoscimento.
Il Consorzio di Tutela, organismo particolare le cui finalità sono mirate a garantire e migliorare la qualità di questo vino, si è dotato di un rigido disciplinare che prevede rese non superiori ai 90 ql. per ettaro, divieto dell’allevamento a tendone, non meno di 3.500 ceppi per ettaro, vinificazione all’interno della zona di produzione e immissione sul mercato non prima di 2 anni per la versione normale e 3 anni per la riserva. Prodotto dall’omonimo vitigno Montepulciano, che nulla ha da spartire con la città toscana di Montepulciano il cui vino deriva dal vitigno Sangiovese, ha tutti gli attributi per una bottiglia fatta con tutti i crismi: dolce e lungo in bocca, pieno e vigoroso, ma morbido e rotondo allo stesso tempo, sontuoso e masticabile, “il classico pugno di ferro in guanto di velluto” come lo ha definito il noto giornalista degustatore Daniel Thomases.
È un vino assolutamente straordinario, il risultato della grande passione e professionalità dei viticoltori locali ai quali vanno ampi e meritati riconoscimenti che il mondo amatoriale e quello commerciale gli attribuiscono sia in Italia che all’estero. In assoluto il primo vino rosso abruzzese a raggiungere questo importante traguardo.
In tutto il distretto delle Colline Teramane e cioè da Controguerra a Colonnella, da S. Omero a Ancarano, da Notaresco a Morro d’Oro e ad Atri, una particolare struttura del terreno e un favorevole microclima hanno favorito la produzione di questo vino dalle peculiari sensazioni organolettiche e che ben si adatta all’invecchiamento. È di colore rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee, profumo caratteristico, etereo, intenso; il sapore è asciutto, pieno, robusto ma armonico e vellutato, i sentori sono quelli della frutta rossa matura e delle spezie. Grande vino che trova ideale abbinamento con carni rosse grigliate, sughi importanti e formaggi stagionati.
Le Colline Teramane non rappresentano, ovviamente, un territorio vocato unicamente alla produzione del solo Montepulciano ma è zona altrettanto generosa e munifica di altri vini prodotti da vitigni diversi e che esprimono a pieni meriti la millenaria vocazione viticola di questo territorio: Il Trebbiano d’Abruzzo doc prodotto dal vitigno Trebbiano d’Abruzzo o Trebbiano Toscano con il concorso di altri vitigni a bacca bianca si presenta di colore giallo paglierino, odore gradevole, delicatamente profumato e di sapore asciutto, armonico, vellutato. Trova il massimo della sua espressività se accompagnato dai rinomati piatti di pesce della cucina abruzzese. Il Cerasuolo, prodotto dalle stesse uve del Montepulciano ma con una breve fermentazione sulle bucce, si presenta con un bel color rosso ciliegia, un odore delicatamente vinoso, fruttato, fine ed intenso; il sapore è secco, armonico con retrogusto di mandorla amara. Ottimo se abbinato al Brodetto di pesce abruzzese.
Il Controguerra doc è la più giovane denominazione di origine controllata essendo stata riconosciuta nel 1996. Riunisce eccellenti tipologie di bianchi e rossi ottenuti dall’uso di vitigni autoctoni che esprimono il millenario legame con il territorio (Pecorino, Passerina) ma anche internazionali (Cabernet, Chardonnay, Merlot, Pinot Nero e Riesling).
Da una vecchia varietà selvatica, sembrerebbe derivare un vino Igt che negli ultimi anni ha riscosso particolari consensi tra i consumatori: Il Pecorino, di colore giallo paglierino tenue e lievi profumi di agrume maturo e fiori di acacia, al palato è di grande piacevolezza con un retrogusto di mandorla amara.
Il territorio delle Colline Teramane, che si estende al nord della regione, posto tra le altitudini del Gran Sasso e le coste dell’Adriatico, fa da cornice a uno stupefacente spettacolo di vigne curate alla stregua di meravigliosi giardini e da palcoscenico alla celebrazione di vini che in questi ultimi anni hanno raggiunto la notorietà e l’apprezzamento degli appassionati.
In primis il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, che dal novembre 2002 ha ottenuto l’ambito riconoscimento della Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) entrando a far parte di quel ristretto numero èlitario di vini italiani che possono fregiarsi di tale riconoscimento.
Il Consorzio di Tutela, organismo particolare le cui finalità sono mirate a garantire e migliorare la qualità di questo vino, si è dotato di un rigido disciplinare che prevede rese non superiori ai 90 ql. per ettaro, divieto dell’allevamento a tendone, non meno di 3.500 ceppi per ettaro, vinificazione all’interno della zona di produzione e immissione sul mercato non prima di 2 anni per la versione normale e 3 anni per la riserva. Prodotto dall’omonimo vitigno Montepulciano, che nulla ha da spartire con la città toscana di Montepulciano il cui vino deriva dal vitigno Sangiovese, ha tutti gli attributi per una bottiglia fatta con tutti i crismi: dolce e lungo in bocca, pieno e vigoroso, ma morbido e rotondo allo stesso tempo, sontuoso e masticabile, “il classico pugno di ferro in guanto di velluto” come lo ha definito il noto giornalista degustatore Daniel Thomases.
È un vino assolutamente straordinario, il risultato della grande passione e professionalità dei viticoltori locali ai quali vanno ampi e meritati riconoscimenti che il mondo amatoriale e quello commerciale gli attribuiscono sia in Italia che all’estero. In assoluto il primo vino rosso abruzzese a raggiungere questo importante traguardo.
In tutto il distretto delle Colline Teramane e cioè da Controguerra a Colonnella, da S. Omero a Ancarano, da Notaresco a Morro d’Oro e ad Atri, una particolare struttura del terreno e un favorevole microclima hanno favorito la produzione di questo vino dalle peculiari sensazioni organolettiche e che ben si adatta all’invecchiamento. È di colore rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee, profumo caratteristico, etereo, intenso; il sapore è asciutto, pieno, robusto ma armonico e vellutato, i sentori sono quelli della frutta rossa matura e delle spezie. Grande vino che trova ideale abbinamento con carni rosse grigliate, sughi importanti e formaggi stagionati.
Il Controguerra doc è la più giovane denominazione di origine controllata essendo stata riconosciuta nel 1996. Riunisce eccellenti tipologie di bianchi e rossi ottenuti dall’uso di vitigni autoctoni che esprimono il millenario legame con il territorio (Pecorino, Passerina) ma anche internazionali (Cabernet, Chardonnay, Merlot, Pinot Nero e Riesling).
Da una vecchia varietà selvatica, sembrerebbe derivare un vino Igt che negli ultimi anni ha riscosso particolari consensi tra i consumatori: Il Pecorino, di colore giallo paglierino tenue e lievi profumi di agrume maturo e fiori di acacia, al palato è di grande piacevolezza con un retrogusto di mandorla amara.
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