Ingredienti principali:
prezzemolo
Pecorino Abruzzese grattugiato
noce moscata
Note:
1 uovo
2 cucchiai di latte
1 ciuffetto di prezzemolo
Pecorino Abruzzese grattugiato
noce moscata
100 g di farina
1 l di brodo di pollo o di manzo
olio di oliva
sale
Preparazione: 10’ più il tempo di riposo + 20’ di cottura
prezzemolo
Pecorino Abruzzese grattugiato
noce moscata
Note:
334 calorie a porzione
Ingredienti: per 4 persone1 uovo
2 cucchiai di latte
1 ciuffetto di prezzemolo
Pecorino Abruzzese grattugiato
noce moscata
100 g di farina
1 l di brodo di pollo o di manzo
olio di oliva
sale
Preparazione: 10’ più il tempo di riposo + 20’ di cottura
- Sgusciate l’uovo in una terrina, sbattetelo leggermente, unite il latte, il prezzemolo, mondato, lavato e tritato, 1 cucchiaio di pecorino, una presa di sale e noce moscata grattugiata.
- Amalgamate bene gli ingredienti, quindi aggiungete la farina setacciata, poca alla volta, fino a ottenere un composto consistente.
- Diluite l’impasto con tanta acqua quanta ne occorre per avere una pastella perfettamente fluida.
- Lasciatela riposare e nel frattempo portate a ebollizione il brodo.
- Ungete di olio una piccola padella antiaderente e, quando sarà molto calda, versate un mestolino di pastella.
- Fate roteare la padella in modo che il composto si distribuisca in uno strato sottile e uniforme.
- Voltate la crespella non appena sarà rosolata e fatela cuocere anche sull’altro lato. Proseguite in questo modo fino a esaurire tutta la pastella.
- Quando saranno pronte, spolverizzate le scrippelle con altro pecorino grattugiato, arrotolatele su se stesse e disponetele nelle fondine individuali; a piacere spolverizzate ancora con formaggio, quindi versate sopra il brodo bollente, coprite e lasciate riposare per qualche minuto prima di servire.
Vino consigliato: con le scrippelle, connotate dal sapore intenso del formaggio, servite vini bianchi come il Trebbiano d’Abruzzo o il campano Greco di Tufo.
Unica DOC dell’Abruzzo comprendente esclusivamente vino bianco, il Trebbiano d’Abruzzo viene prodotto in tutte e quattro le province abruzzesi: L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo. La zona di produzione è molto ampia e occupa praticamente l’intero territorio della regione. Il Trebbiano d’Abruzzo DOC è ottenuto dalle uve del vitigno Bombino Bianco, localmente detto Trebbiano d’Abruzzo, da cui il vino prende il nome. L’uvaggio prevede l’utilizzo di uve Trebbiano d’Abruzzo o Trebbiano Toscano (minimo 85%). La forma dei suoi grappoli di media grandezza, piramidali e alati, ricorda vagamente un bambino con le braccia aperte: di qui forse il nome di “Bambino” e poi di “Bombino”. L’origine del nome Trebbiano pare risalga alla dicitura Trebulanum che Plinio il Vecchio utilizzò nella sua Naturalis Historia. Il vitigno, sempre secondo Plinio, era originario della Campania, in particolare della zona di Caserta. Di qui sarebbe successivamente arrivato in Abruzzo. Pare inoltre che il Trebbiano, non particolarmente richiesto nei banchetti patrizi, fosse il vino preferito dall’esercito dell’Impero tanto da essere talvolta definito “il vino dei soldati”. Attualmente il vino è prodotto anche con l’indicazione della sottodenominazione geografica: in questo caso ha un affinamento di almeno 2 mesi e una gradazione alcolica minima di 11,5%.] Unica DOC dell’Abruzzo comprendente esclusivamente vino bianco, il Trebbiano d’Abruzzo viene prodotto in tutte e quattro le province abruzzesi: L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo. La zona di produzione è molto ampia e occupa praticamente l’intero territorio della regione.
Il Trebbiano d’Abruzzo DOC è ottenuto dalle uve del vitigno Bombino Bianco, localmente detto Trebbiano d’Abruzzo, da cui il vino prende il nome. L’uvaggio prevede l’utilizzo di uve Trebbiano d’Abruzzo o Trebbiano Toscano (minimo 85%). La forma dei suoi grappoli di media grandezza, piramidali e alati, ricorda vagamente un bambino con le braccia aperte: di qui forse il nome di “Bambino” e poi di “Bombino”.
L’origine del nome Trebbiano pare risalga alla dicitura Trebulanum che Plinio il Vecchio utilizzò nella sua Naturalis Historia. Il vitigno, sempre secondo Plinio, era originario della Campania, in particolare della zona di Caserta. Di qui sarebbe successivamente arrivato in Abruzzo. Pare inoltre che il Trebbiano, non particolarmente richiesto nei banchetti patrizi, fosse il vino preferito dall’esercito dell’Impero tanto da essere talvolta definito “il vino dei soldati”.
Attualmente il vino è prodotto anche con l’indicazione della sottodenominazione geografica: in questo caso ha un affinamento di almeno 2 mesi e una gradazione alcolica minima di 11,5%.
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