Ingredienti principali:
vongole veraci
zafferano di L’Aquila
peperoncino piccante
Ingredienti: per 4 persone
1,5 kg di vongole veraci
1 bustina e 1/2 di zafferano di L’Aquila
1 grossa cipolla
1 peperone giallo
1 peperoncino piccante
200 g di pomodorini maturi
dragoncello
olio extravergine di oliva
aceto
fette di pane casereccio per accompagnare
Preparazione: 20’ più il tempo di spurgatura + 25’ di cottura
- Sciacquate le vongole e mettetele a spurgare in una grossa pentola con acqua salata per almeno 6 ore.
- Scaldate in una capace casseruola 1 dl di olio, unite la cipolla, sbucciata e affettata al velo, il peperone, mondato, lavato e tagliato a listarelle, e il peperoncino tritato; fate appassire il tutto a fuoco basso per circa 15 minuti.
- Aggiungete i pomodorini, lavati e tagliati a metà, e lo zafferano e proseguite la cottura per altri 3-4 minuti.
- Unite le vongole, che avrete sciacquato con cura, e fatele aprire a fuoco vivace e a recipiente coperto.
- Cospargete di abbondante dragoncello tagliuzzato e servite, accompagnando con fette di pane tostato condite con un filo di olio e una spruzzata di aceto.
Vino consigliato: la preparazione, ricca dei sentori conferiti dallo zafferano, richiede un vino bianco gentile come il Biferno Bianco o il Vermentino della Riviera Ligure di Ponente.
Il Biferno Bianco è un vino Doc prodotto nella regione Molise.
Le caratteristiche organolettiche che lo identificano sono il colore paglierino con riflessi verdognoli, l’odore gradevole, delicato, leggermente aromatico ed il sapore asciutto, armonico, fresco. Deve avere un titolo alcolimetrico minimo al 10,5 %vol.
E’ un vino polivitigno, il cui disciplinare di produzione prevede il seguente uvaggio:
Trebbiano Toscano, 65-70%
Bombino bianco, 25-30%
Malvasia bianca, 5-10%
Viene servito alla temperatura di 8-10°C. Accompagna i piatti della cucina tradizionale italiana, sposandosi con formaggi leggeri, fior di latte e caciocavallo silano, trote al forno
Il Biferno, prodotto in provincia di Campobasso, è uno tra i più prestigiosi vini del Molise. Il suo nome deriva da quello del principale fiume della regione, l'antico Tifernus, oggi Biferno appunto, così chiamato perché scaturisce da 'due bocche' nel territorio di Boiano. È nelle campagne intorno a Campobasso che vengono coltivati i vigneti che danno origine al Biferno, nelle sue tre versioni Bianco, Rosso e Rosato. E, se il Bianco si ottiene in prevalenza da uve di Trebbiano toscano derivanti da viti allevate a un'altezza che non può essere superiore ai 600 metri sul livello del mare, il Rosso e il Rosato sono prodotti principalmente con uve Montepulciano e devono essere frutto di viti coltivate a non più di 500 metri di altezza sul livello del mare.
Come si consuma.
Il Biferno Bianco si gusta in calici svasati a 8-10°C abbinato a fior di latte, Caciocavallo silano, trote al forno; il Biferno Rosso, da bere in calici bordolesi a 16-18°C, è particolarmente indicato per accompagnare carni bianche al forno, carni rosse alla griglia, pecorino stagionato, soppressata, piatti di polenta al ragù o paste elaborate; il Biferno Rosato, da versare in calici ampi e aperti, si sposa con i fagioli, la soppressata e il coniglio alla cacciatora.
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