Ingredienti principali:
polenta morbida
patate
panna fresca
taleggio
tartufo bianco
Ingredienti:
280 g di polenta morbida
200 g di patate bollite
2 dl di panna fresca
2 dl di latte
fecola di patate
olio di semi di arachidi
tartufo bianco
sale
pepe
Per la fonduta:
15 g di fontina
tartufo bianco grattugiato
1 tuorlo
latte
Per la crema di taleggio:
75 g di Taleggio
0,4 dl di latte
0,2 dl di panna fresca
Preparazione: per 4 persone
- Preparate la polenta lasciandola molto morbida e, quando sarà pronta, aggiungetevi le patate passate al setaccio, la panna e il latte; regolate di sale e pepe, mescolate bene per amalgamare il tutto, quindi lasciate raffreddare.
- Nel frattempo preparate la fonduta: mettete la fontina in un pentolino con un goccio di latte e fatela sciogliere in un bagnomaria non troppo caldo, mescolando in continuazione.
- Quando il formaggio sarà completamente sciolto, unite il tuorlo, mescolate per farlo amalgamare perfettamente, quindi togliete dal fuoco e profumate con il tartufo.
- Preparate la crema di taleggio: riunite in un tegame il formaggio con il latte e la panna, portate su fuoco molto moderato e fate sciogliere il taleggio, sempre mescolando, fino a ottenere una crema omogenea.
- Prendete poca polenta per volta, formate delle piccole palline e riempitele con della fonduta, servendovi di una siringa da pasticciere.
- Passate i bignè così ottenuti nelle fecola in modo che se ne rivestano bene, quindi friggeteli in abbondante olio di arachidi molto caldo.
- Toglieteli con il mestolo forato, metteteli su un doppio foglio di carta assorbente da cucina a perdere l’unto in eccesso, quindi disponeteli subito sui piatti individuali ben caldi, ricopriteli con la crema di taleggio e con abbondante tartufo a lamelle molto sottili.
- Servite immediatamente. Vino consigliato: i sapori pieni del formaggio, stemperati con quelli di polenta e patate, richiedono un vino bianco morbido come il Lugana o il Contea di Sclafani Bianco.
La zona di produzione del Lugana DOC si sviluppa sulla costa meridionale del Lago di Garda a partire dalla penisola di Sirmione e nella regione viticola sottostante denominata Lugana. Il vino nasce da una varietà di Trebbiano, ma il sapore e la suadenza che lascia trasparire non sono caratteristici degli altri vini prodotti dallo stesso vitigno, che appaiono meno impegnativi e più neutri. Tale diversità si può spiegare prendendo in considerazione alcuni fattori, soprattutto ambientali, a cominciare dal terreno di origine glaciale sul quale vengono coltivati. Il Garda, inoltre, svolge una notevole azione termoregolatrice che fa prosperare, lungo le sue sponde, olivi, limoni e mandorli, colture cioè tipiche di regioni più calde. Questo microclima giova alla vite perché consente la maturazione uniforme delle uve. Il Lugana DOC è ottenuto da uve Trebbiano di Soave localmente dette Trebbiano di Lugana (minimo 90%). C’è chi preferirebbe poter denominare queste uve semplicemente Lugana, anziché Trebbiano di Lugana, perché sono differenti dalle omonime qualità allevate in altre regioni della penisola. La zona del Lugana comprende i comuni di Desenzano, Lonato, Pozzolengo, Peschiera, San Martino della Battaglia e Sirmione, a cavallo delle province di Brescia e Verona. Se ne produce anche la versione Spumante e Superiore.
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