Ingredienti: per 6 persone
150 g di ricotta
200 g di pancarrè
300 g di ortiche
80 g di farina
4 uova
40 g di parmigiano grattugiato
sale
pepe
Per la zuppetta:
200 g di carote
200 g di cipolla
400 g di pomodori pelati
10 g di timo fresco
20 g di finocchio selvatico
5 spicchi di aglio, alloro
500 g di vongole
500 g di cozze
100 g di calamaretti
200 g di mazzola
200 g di triglie
12 mazzancolle, vino bianco
olio di oliva, sale, pepe
200 g di sedano
6 capesante
Preparazione:
- Sfogliate e lavate le foglie di ortica, bollitele in abbondante acqua salata e scolatele.
- Frullate le foglie di ortica, il pancarrè senza la crosta e tutti gli altri ingredienti degli gnocchi; aggiustate di sale e pepe e fate riposare il composto per 30 minuti in frigorifero.
- Fate bollire dell’acqua; con l’aiuto di una tasca da pasticciere ricavate degli gnocchetti di 1 cm che verserete dentro l’acqua.
- Scolateli appena affiorano
- Fate aprire le vongole e le cozze in una casseruola con olio, uno spicchio di aglio e una foglia di alloro; scolatele conservando l’acqua di cottura.
- Aprite il guscio delle cappesante senza rovinare la noce.
- Pulite i calamaretti eliminando anche la pelle.
- Squamate e sfilettate la mazzola e le triglie e tagliate i filetti ottenuti a cubetti di circa 2 cm per lato.
- Sgusciate le mazzancolle conservando la testa.
- Sciacquate le lische e le teste di tutti i pesci.
- Preparate un fondo di verdura con carote, l’aglio restante, sedano e cipolla; fate soffriggere in poco olio per qualche minuto e poi aggiungete le lische e le teste, cuocete ancora per 5 minuti.
- Aggiungete il timo e il finocchio selvatico, sfumate con vino bianco e unite i pomodori; proseguite la cottura finché la salsa si sarà ridotta di due terzi, quindi passatela al setaccio.
- Scottate in padella antiaderente i cubetti di mazzola e di triglia, le cappesante, le mazzancolle e i calamaretti, salateli e pepateli.
- Versate la salsa sul piatto, aggiungete gli gnocchi caldi e disponete sopra il pesce e i molluschi.
Vino consigliato: Sangiovese di Romagna del Riminese.
Il Sangiovese è vitigno autoctono, citato per la prima volta, come "Sangiogheto" o "Sangioveto", dal Soderini nel 1600 ("La coltivazione delle viti"). Il nome, quindi, può derivare sia dai gioghi, tipici del paesaggio collinare, che dal sangue di Giove (Sanzvès nel dialetto romagnolo). Vitigno fondamentale nelle più pregiate DOC e DOCG italiane, con crescente successo internazionale, trova un habitat ideale nei comprensori collinari romagnoli, assumendo una forte personalità strutturale nel territorio Riminese.
Il Sangiovese di Romagna è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini; prodotto con le uve Sangiovese vinificate in purezza o insieme a piccole quantità (massimo 15%) di uve di altre varietà a bacca rossa della zona.
Il vino a denominazione di origine controllata "Sangiovese di Romagna" deve essere ottenuto da uve provenienti da vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
Sangiovese: dall'85% al 100%; possono concorrere, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la regione Emilia-Romagna.Per i nuovi impianti la densità minima di piante non dovrà essere inferiore a ceppi per ettaro: 3.300 per il Sangiovese di Romagna; 3.700 per il Sangiovese di Romagna Superiore..
Se ti è piaciuta la ricetta , iscriviti al feed cliccando sull’immagine per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:
Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter o sulla tua bacheca su Facebook. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!
0 commenti :
Posta un commento