Come tutte le tradizioni culinarie, anche quella valdostana è legata al proprio territorio e alle risorse di cui dispone; inoltre, essendo la Valle d’Aosta una regione che ha avuto scarsi contatti con culture estere, ha mantenuto la sua arte sui fornelli “pura”. Se dovessimo cercare qualche influenza troveremmo sicuramente tracce di quella francese.
A causa del clima freddo che è presente in queste terre per quasi tutto l’anno, non sono mai stati usati alimenti quali la pasta (cosa assai particolare per l’Italia) o il pane alla farina di grano, sostituita da quella di segale.
I prodotti della terra maggiormente utilizzati sono: patate, legumi, cereali e mele; inoltre è notevole la coltura di vigneti e la produzione vinicola che è considerata tra le migliori italiane.
I piatti prelibati della dieta aostana riguardano le carni d’allevamento, ovine e bovine soprattutto, passando poi per i salumi tipici come quelli di camoscio, cervo o cinghiale.
Buona la produzione di formaggi, principalmente di capra, il più famoso è la Fontina.
Tra i frutti ricordiamo le castagne, utilizzate praticamente in ogni ambito culinario.
Dettaglio di un affresco del Castello di Issogne. Il formaggio basso e cilindrico sulla destra viene identificato come la più antica immagine nota della fontina.
Tra le ricette originarie di questa tradizione ricordiamo: la polenta, i fiori di zucca e l’omelette alle ortiche.
Tra i primi quelli che trovano maggiore spazio sono le minestre, preparate indifferentemente con qualsiasi cereale.
La Soupe Valpellinentze, o in italiano zuppa della Valpelline, può essere considerata praticamente come un piatto unico. Ciò è dovuto dalla ricchezza degli ingredienti utilizzati per prepararla. Tra gli ingredienti troviamo carboidrati come il pane nero, carne tipica da brodo, formaggi come la Fontina e verdura come i cavoli.
Come si può osservare, è una cucina piuttosto unica sul panorama italiano, dove solitamente comanda la dieta mediterranea.
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