Nell’Ottocento, prima che la filossera e altre malattie (molte delle quali provienienti dall’America) si concentrassero con la loro potenza distruttrice sui vigneti italiani, nel nostro paese, c’erano migliaia di vitigni, a volte diversi da villaggio a villaggio, ognuno con particolarità e specifiche caratteristiche. Questa ricchezza di vitigni autoctoni, dopo l'avvento della filossera e con il passare degli anni, si è poi fortemente ridimensionata.
In molte aree d’Italia, c’è stato poi il periodo contrassegnato dall’impianto di vitigni molto produttivi, anche se scarsi sul fronte della qualità.
Negli ultimi 30 anni, aiutata anche dal passaggio della viticoltura (da promiscua a specializzata), nasce la moda a riconvertire questo "status quo" (da varietà di bassa qualità a varietà pregiate). Sono, quindi, arrivati i vitigni cosiddetti internazionali (in larga parte, già presenti nell’Ottocento nei vigneti italiani). In Italia, comunque, il numero dei vitigni resta ancora davvero molto alto, il più elevato al mondo. Ecco un piccolo elenco di 50 e più vini e vitigni d’Italia.
PINOT BIANCO.
Per gli ampelografi, (gli studiosi delle caratteristiche morfologiche dei vitigni) il Pinot bianco ha sempre rappresentato fonte di ampia discussione.
Ormai assodato che si tratta (così come il Pinot grigio) di una variante genetica del Pinot nero, è stato infatti a lungo confuso con lo Chardonnay (del quale d'altra parte possiede numerose caratteristiche comuni).
Fino a quindici anni fa in Italia era spesso indicato come Pinot-Chardonnay e negli anni successivi alla fillossera spesso nel nord Italia le due varietà sono state reimpiantate l'una al posto dell'altra o insieme. Il vitigno è originario della Germania; in Alsazia raggiunge i migliori risultati qualitativi, ma è stato anche "esportato" in Stati Uniti, America latina e Australia.
In Italia originariamente ha trovato il suo clima adatto in Friuli, in Lombardia, in Trentino e nell'Alto Adige. La sua diffusione in Toscana risale invece al '700, quando i Lorena, granduchi di Toscana, ne sponsorizzarono la coltivazione. In Italia i Pinot bianco di maggior pregio vengono da alcune zone del Friuli e dell'Alto Adige.
In queste zone particolarmente adatte al vitigno, le rese per ettaro sono molto basse e questo consente di produrre un vino bianco molto strutturato, morbido e grasso, che è anche adatto alla maturazione in barrique e si presta a essere invecchiato.
Il Pinot bianco è particolarmente adatto ad essere spumantizzato e quindi entra a far parte delle cuveé dei migliori spumanti italiani del Friuli, del Trentino e della Franciacorta.
E’ coltivato in tutta Italia e si confonde molto spesso con lo Chardonnay. Originario della Germania, è un’ottima base per gli spumanti. Diffuso soprattutto in Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli.
PINOT GRIGIO.
Sempre più popolare in Italia, il Pinot grigio è di origine francese ed è soprattutto sviluppato nel Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige. Assume una tonalità ramata. Se è vinificato in bianco dà un vino paglierino.
Il Pinot grigio (anch'esso, come detto, mutazione genetica del Pinot nero) è stato per molti anni uno dei vini più "alla moda" della produzione italiana. Un successo che ne ha permesso l'impianto non solo in Veneto, ma anche in Friuli e in Alto Adige. Sviluppo che portò da un lato alla riduzione massiccia delle varietà rosse e dall'altro ad un notevole balzo qualitativo (parallelo a quello delle vendite).
È di colore ramato, spesso è vinificato in bianco ma se vinificato a contatto con le bucce assume il suo peculiare colore ramato ed è teoricamente meno "dotato" della sua variante bianca o nera. Eppure la sua diffusione ha aperto poi la strada alla produzione di grandi vini fruttati, profumati e ben strutturati.
In particolare ha maggiore acidità in Alto Adige (e quindi si presta a più lunga maturazione), è molto ricco nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli e infine ha dato risultati apprezzabili in Toscana.
In Alsazia invece viene vinificato a contatto con le bucce sino ad assumere il suo peculiare colore ramato ed è conosciuto come Pinot Gris (precedentemente Tokay Pinot Gris o Tokay d'Alsace), vino noto a livello internazionale e di grande livello qualitativo. Stessi vertici raggiunge anche in Germania (dove è chiamato Ruländer), nel Valais (dove è chiamato malvoisie) e in Ungheria (dove è noto come szürkebarat).
Il pinot grigio si accompagna bene agli antipasti, in particolare agli affettati, al pesce e alle carni bianche. Può essere servito anche come aperitivo.
PINOT NERO.
Originario della Borgogna, è un vitigno difficile da lavorare ma può dare rossi di grande stoffa ed eleganza. E' un vitigno molto diffuso nell'Italia del Nord. Può essere vinificato sia bianco (ottima base per gli spumanti) che rosso ed entra nella composizione di molti altri vini tipici locali.
Tra tutti i vitigni a bacca rossa del mondo è considerato uno dei più nobili (l'unico confronto possibile è probabilmente quello con il Nebbiolo), e allo stesso tempo è il più difficile da interpretare, quello che pone l'enologo e il semplice consumatore di fronte alla degustazione forse più complessa.
L'origine del Pinot nero viene posta nella regione francese della Borgogna, dove è alla base dei più grandi vini della zona (e tra più famosi del mondo) come Romanée-Conti, Gevrey-Chambertin e Richebourg. È presente anche nella regione dello Champagne, soprattutto sulla montagna di Reims, ma ultimamente ha fatto la sua autorevole comparsa anche fuori dall'Europa, in Oregon e in California. In Italia ne esistono due diverse qualità.
La prima è adatta a essere vinificata in nero e produce un vino rosso estremamente delicato, che varia considerevolmente di annata in annata persino nelle posizioni ad esso più adatte. La sua vinificazione è complessa e rappresenta forse la sfida maggiore per un enologo, che in genere riesce a ottenere in media una buona annata su cinque.
Il risultato è comunque talmente apprezzabile da giustificare gli sforzi dei produttori. Le zone di diffusione sono la Franciacorta, l'Oltrepò pavese, il Trentino, il Veneto, il Friuli e l'Alto Adige (dove viene denominato Blauburgunder); anche in questo caso ha avuto successo il suo impianto in alcune zone della Toscana.
Il Pinot nero ha un colore rosso che non è mai troppo marcato e si riconosce per un profumo molto caratteristico di piccoli frutti rossi (soprattutto ribes, ma anche mora e lampone). È assolutamente adatto all'invecchiamento in barrique.
PRIMITIVO.
Base di vigorosi vini pugliesi da tavola, da dessert e da taglio, è imparentato con il famoso californiano Zinfandel.
Il Primitivo di Manduria è un vino rosso prodotto in una vasta area della zona provincia di Taranto (il territorio di Taranto e gran parte dei suoi comuni ad est del capoluogo) e in 3 comuni della provincia di Brindisi: Erchie, Oria e Torre Santa Susanna.
Il Primitivo di Manduria è un vino rosso di colore violaceo, sapore pieno e gradevole che diventa vellutato col tempo, gradazione minima 14°; si abbina ad arrosti di carni rosse, grigliate di carni, pastasciutte al ragù, zuppe corpose e selvaggina, formaggi stagionati. Si beve in un tulipano panciuto alla temperatura di 18/22°.
Il Primitivo di Manduria è un vino dolce naturale, liquoroso dolce naturale e liquoroso secco, sono tre preparazioni consigliate per il fine pasto, su dolci a base di frutta, dessert, torte e pasticcini. Hanno rispettivamente una gradazione minima di 16°, 17,5° e 18° e vantano un invecchiamento di almeno due anni, per il Primitivo di Manduria.
PROSECCO.
E' un vitigno bianco che dà origine assieme a Pinot Bianco, Riesling Italico e Verduzzo, al vino omonimo. Molto conosciuto ed apprezzato sin dall'antichità dà vini tranquilli (delicatamente profumati), frizzanti o spumanti. E' diffuso soprattutto inVeneto. E’ la base di uno degli spumanti italiani di maggiore successo.
Il Prosecco è un vino spumante o frizzante, dal retrogusto leggermente amarognolo. Prodotto principalmente nella zona di Valdobbiadene.
Il prosecco, nelle tipologie tranquillo, frizzante, spumante, può essere degustato a tutto pasto, ma è particolarmente apprezzato con gli antipasti di pesce ed i risotti e nella versione con le bollicine come aperitivo e in tutti i momenti di festa.
In molte aree d’Italia, c’è stato poi il periodo contrassegnato dall’impianto di vitigni molto produttivi, anche se scarsi sul fronte della qualità.
Negli ultimi 30 anni, aiutata anche dal passaggio della viticoltura (da promiscua a specializzata), nasce la moda a riconvertire questo "status quo" (da varietà di bassa qualità a varietà pregiate). Sono, quindi, arrivati i vitigni cosiddetti internazionali (in larga parte, già presenti nell’Ottocento nei vigneti italiani). In Italia, comunque, il numero dei vitigni resta ancora davvero molto alto, il più elevato al mondo. Ecco un piccolo elenco di 50 e più vini e vitigni d’Italia.
PINOT BIANCO.
Ormai assodato che si tratta (così come il Pinot grigio) di una variante genetica del Pinot nero, è stato infatti a lungo confuso con lo Chardonnay (del quale d'altra parte possiede numerose caratteristiche comuni).
Fino a quindici anni fa in Italia era spesso indicato come Pinot-Chardonnay e negli anni successivi alla fillossera spesso nel nord Italia le due varietà sono state reimpiantate l'una al posto dell'altra o insieme. Il vitigno è originario della Germania; in Alsazia raggiunge i migliori risultati qualitativi, ma è stato anche "esportato" in Stati Uniti, America latina e Australia.
In Italia originariamente ha trovato il suo clima adatto in Friuli, in Lombardia, in Trentino e nell'Alto Adige. La sua diffusione in Toscana risale invece al '700, quando i Lorena, granduchi di Toscana, ne sponsorizzarono la coltivazione. In Italia i Pinot bianco di maggior pregio vengono da alcune zone del Friuli e dell'Alto Adige.
In queste zone particolarmente adatte al vitigno, le rese per ettaro sono molto basse e questo consente di produrre un vino bianco molto strutturato, morbido e grasso, che è anche adatto alla maturazione in barrique e si presta a essere invecchiato.
Il Pinot bianco è particolarmente adatto ad essere spumantizzato e quindi entra a far parte delle cuveé dei migliori spumanti italiani del Friuli, del Trentino e della Franciacorta.
E’ coltivato in tutta Italia e si confonde molto spesso con lo Chardonnay. Originario della Germania, è un’ottima base per gli spumanti. Diffuso soprattutto in Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli.
Il Pinot grigio (anch'esso, come detto, mutazione genetica del Pinot nero) è stato per molti anni uno dei vini più "alla moda" della produzione italiana. Un successo che ne ha permesso l'impianto non solo in Veneto, ma anche in Friuli e in Alto Adige. Sviluppo che portò da un lato alla riduzione massiccia delle varietà rosse e dall'altro ad un notevole balzo qualitativo (parallelo a quello delle vendite).
È di colore ramato, spesso è vinificato in bianco ma se vinificato a contatto con le bucce assume il suo peculiare colore ramato ed è teoricamente meno "dotato" della sua variante bianca o nera. Eppure la sua diffusione ha aperto poi la strada alla produzione di grandi vini fruttati, profumati e ben strutturati.
In particolare ha maggiore acidità in Alto Adige (e quindi si presta a più lunga maturazione), è molto ricco nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli e infine ha dato risultati apprezzabili in Toscana.
In Alsazia invece viene vinificato a contatto con le bucce sino ad assumere il suo peculiare colore ramato ed è conosciuto come Pinot Gris (precedentemente Tokay Pinot Gris o Tokay d'Alsace), vino noto a livello internazionale e di grande livello qualitativo. Stessi vertici raggiunge anche in Germania (dove è chiamato Ruländer), nel Valais (dove è chiamato malvoisie) e in Ungheria (dove è noto come szürkebarat).
Il pinot grigio si accompagna bene agli antipasti, in particolare agli affettati, al pesce e alle carni bianche. Può essere servito anche come aperitivo.
PINOT NERO.
Tra tutti i vitigni a bacca rossa del mondo è considerato uno dei più nobili (l'unico confronto possibile è probabilmente quello con il Nebbiolo), e allo stesso tempo è il più difficile da interpretare, quello che pone l'enologo e il semplice consumatore di fronte alla degustazione forse più complessa.
L'origine del Pinot nero viene posta nella regione francese della Borgogna, dove è alla base dei più grandi vini della zona (e tra più famosi del mondo) come Romanée-Conti, Gevrey-Chambertin e Richebourg. È presente anche nella regione dello Champagne, soprattutto sulla montagna di Reims, ma ultimamente ha fatto la sua autorevole comparsa anche fuori dall'Europa, in Oregon e in California. In Italia ne esistono due diverse qualità.
La prima è adatta a essere vinificata in nero e produce un vino rosso estremamente delicato, che varia considerevolmente di annata in annata persino nelle posizioni ad esso più adatte. La sua vinificazione è complessa e rappresenta forse la sfida maggiore per un enologo, che in genere riesce a ottenere in media una buona annata su cinque.
Il risultato è comunque talmente apprezzabile da giustificare gli sforzi dei produttori. Le zone di diffusione sono la Franciacorta, l'Oltrepò pavese, il Trentino, il Veneto, il Friuli e l'Alto Adige (dove viene denominato Blauburgunder); anche in questo caso ha avuto successo il suo impianto in alcune zone della Toscana.
Il Pinot nero ha un colore rosso che non è mai troppo marcato e si riconosce per un profumo molto caratteristico di piccoli frutti rossi (soprattutto ribes, ma anche mora e lampone). È assolutamente adatto all'invecchiamento in barrique.
Il Primitivo di Manduria è un vino rosso prodotto in una vasta area della zona provincia di Taranto (il territorio di Taranto e gran parte dei suoi comuni ad est del capoluogo) e in 3 comuni della provincia di Brindisi: Erchie, Oria e Torre Santa Susanna.
Il Primitivo di Manduria è un vino rosso di colore violaceo, sapore pieno e gradevole che diventa vellutato col tempo, gradazione minima 14°; si abbina ad arrosti di carni rosse, grigliate di carni, pastasciutte al ragù, zuppe corpose e selvaggina, formaggi stagionati. Si beve in un tulipano panciuto alla temperatura di 18/22°.
Il Primitivo di Manduria è un vino dolce naturale, liquoroso dolce naturale e liquoroso secco, sono tre preparazioni consigliate per il fine pasto, su dolci a base di frutta, dessert, torte e pasticcini. Hanno rispettivamente una gradazione minima di 16°, 17,5° e 18° e vantano un invecchiamento di almeno due anni, per il Primitivo di Manduria.
PROSECCO.
Il Prosecco è un vino spumante o frizzante, dal retrogusto leggermente amarognolo. Prodotto principalmente nella zona di Valdobbiadene.
Il prosecco, nelle tipologie tranquillo, frizzante, spumante, può essere degustato a tutto pasto, ma è particolarmente apprezzato con gli antipasti di pesce ed i risotti e nella versione con le bollicine come aperitivo e in tutti i momenti di festa.
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