500 g di farina
4 uova
1 tuorlo
150 g di arrosto di maiale
100 g di coniglio arrosto
50 g di salsiccia
80 g di burro
1 cavolo verza (oppure un mazzo di scarola)
80 g di grana grattugiato
noce moscata
foglie di salvia
sale
pepe
Preparazione: 60’
Cottura: 40’
- Mondate il cavolo verza eliminando le foglie esterne.
- Lessatene il cuore in acqua leggermente salata, scolatelo, strizzatelo accuratamente e passatelo in padella con 20 g di burro.
- Spellate la salsiccia e ponetela nel mixer insieme all’arrosto di maiale e al coniglio arrosto, versando anche il sugo di cottura di questi ultimi.
- Tritate finemente i tre tipi di carne, trasferiteli in una ciotola e unitevi il cavolo verza, 40 g di grana grattugiato, una grattata di noce moscata, sale e pepe; mescolate con cura e conservate a parte.
- Nel frattempo disponete la farina a fontana sulla spianatoia, rompete al centro le quattro uova più il tuorlo e aggiungete un cucchiaino raso di sale.
- Lavorate l’impasto finché non diventerà elastico e liscio, unendo acqua tiepida se risultasse troppo duro.
- Stendete la pasta in due sfoglie sottili: su una distribuite, a 2 cm di distanza l’uno dall’altro, mucchietti di ripieno.
- Con la seconda sfoglia coprite il tutto, avendo cura di non lasciare bolle d’aria all’interno.
- Premete intorno ai mucchietti di ripieno per fare aderire le due sfoglie e, con una rotella dentata, ritagliate la pasta in quadrati.
- Cuocete i ravioli e conditeli con burro fuso aromatizzato con qualche foglia di salvia; servite con grana grattugiato a piacere.
- Sgocciolate i capperi e le acciughe e tritateli
Vino consigliato: accompagnate con un classico Barbera d’Asti, aperto un’ora prima di portare in tavola e servito a 17-18 °C.
La Barbera è tra i vitigni più rappresentativi del Piemonte ed interessa circa il 35% dei 53mila ettari di superficie vitata della regione. Originario del Monferrato, il vitigno è coltivato prevalentemente nelle province di Asti ed Alessandria, dove raggiunge la sua massima espressione nel Barbera d’Asti , vino che ha ottenuto la d.o.c. nel 1970 e la d.o.c.g. nel 2008.
La Barbera d’Asti è un vino legato alle antiche tradizioni contadine, che ha saputo rinnovarsi per rispondere a esigenze e gusti diversi. Oggi rappresenta senza dubbio e forse più di ogni altro vino, un prodotto in continua evoluzione, che cresce seguendo le nuove conoscenze in campo viticolo ed enologico e che, per qualità e numeri, può essere proposto a un pubblico contemporaneamente curioso, esigente e vasto. A pieno titolo è considerato tra i più importanti vini rossi italiani e ottiene crescenti consensi a livello internazionale.
La Barbera d’Asti trova interpretazione in una ricca gamma di vini, contraddistinti da stili ben definiti: quelli che non subiscono alcun passaggio in botti di legno, per non perdere le caratteristiche primarie, quelli che maturano in botti di grandi dimensioni, per migliorare in complessità nel rispetto della tradizione, quelli che si completano con un passaggio in piccole botti di rovere, acquisendo stoffa ed eleganza, rivolte ad un gusto più internazionale.
Tipologia superiore.
La versione Superiore, ottenuta da attente cure e selezioni delle uve in vigneto, è affinata in cantina per un periodo minimo di 12 mesi, durante il quale deve trascorrere almeno sei mesi in botti di legno, completato da un periodo di maturazione in bottiglia.Sono vini molto longevi, che si apprezzano anche dopo 10 anni di permanenza in bottiglia.
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