La cucina dell'Algeria è tipicamente araba con piatti tipici come il cuscus, il meswi e varie tajines, ragù di carne o pesce. Ottimi i vini locali.
Nei ristoranti principali viene servita cucina francese. Nei ristorantini del sud algerino si spendono in genere meno di 5 euro per un pasto semplice ma decente.
Ricordatevi che durante il Ramadan, che secondo il calendario musulmano cade il nono mese dell'anno e dura 30 giorni, a causa del digiuno imposto è quasi impossibile mangiare al ristorante fatta eccezione per quelli situati nei grandi alberghi dei maggiori centri urbani.
Affacciandosi sul Mediterraneo, anche la cucina algerina ha negli ingredienti tipici alcuni dei nostri prodotti maggiormente consumati, come pesce, pomodoro, spezie e olio di oliva.
L'ispirazione, infatti, arriva anche dalla cucina italiana oltre che da quella araba, turca e berbera.
La cucina algerina è quindi stata influenzata dalle cucine dei paesi che in passato hanno avuto a che fare con questi luoghi.
E, vista anche la grande produzione di frumento, il cibo più consumato è la pasta, generalmente condita con la salsa Harissa, una salsa prodotta con peperoncino fresco, aglio e olio di oliva.
Parlando di Algeria inevitabilmente viene in mente il Kseksou, meglio conosciuto con il nome italianizzato di Cuscus. Il couscous è infatti un piatto che ha origini nord africane, apparteneva infatti alle antiche popolazioni dei Berberi ed è oggi piatto nazionale per alcuni paesi del Magreb (africa del nord), come Marocco, Algeria, Tunisia e Libia.
E' molto diffuso in tutto il mondo arabo musulmano, dall'Arabia Saudita, alla Giordania e Palestina fino allo Yemen.
In questo mondo la tradizione per il cibo e l'ospitalità si fonde con la storia e i riti religiosi.
Il couscous è un piatto dalla forte valenza sociale, intorno al quale si riunisce una famiglia o una comunità, che attingono tutti ad un unico grande recipiente, sedendo in cerchio, e spesso pregando prima della consumazione.
In genere non si utilizzano posate ma pane non lievitato per servirsi.
Con il termine couscous s'intende sia la semola lavorata a granelli sia il piatto unico con carne e verdure.
La semola si ottiene lavorando un impasto di acqua e farina di grano duro, fino a ottenere dei granelli di dimensione differente a seconda della finezza della lavorazione, che cotti a vapore hanno una consistenza morbida e un sapore neutro simile alla pasta che si accompagna a sapori intensi e speziati della cucina araba.
Il Maftoul (in arabo significa movimento rotatorio della mano) è il nome dato al couscous in Palestina, Giordania e Libano.
E' un prodotto pregiato e differente dal couscous tradizionale per il processo di lavorazione, tutto artigianale, svolto dalle donne delle cooperative di Birzeit e di Deir Balout.
Questo couscous, a base di farina di grano integrale e di frumento spezzettato bulgul (varietà di grano duro hambar tra le più pregiate), coltivati nei villaggi vicini.
Il burgul viene rotolato nella farina di grano e impastato con acqua e sale, fino a diventare granuloso. Viene poi setacciato ed essiccato al sole per 2-3 giorni.
Una volta cotto presenta granuli dal colore scuro e caldo tipico del grano integrale, di dimensione leggermente più grande, morbidi ma consistenti.
Nei ristoranti principali viene servita cucina francese. Nei ristorantini del sud algerino si spendono in genere meno di 5 euro per un pasto semplice ma decente.
Ricordatevi che durante il Ramadan, che secondo il calendario musulmano cade il nono mese dell'anno e dura 30 giorni, a causa del digiuno imposto è quasi impossibile mangiare al ristorante fatta eccezione per quelli situati nei grandi alberghi dei maggiori centri urbani.
Affacciandosi sul Mediterraneo, anche la cucina algerina ha negli ingredienti tipici alcuni dei nostri prodotti maggiormente consumati, come pesce, pomodoro, spezie e olio di oliva.
L'ispirazione, infatti, arriva anche dalla cucina italiana oltre che da quella araba, turca e berbera.
La cucina algerina è quindi stata influenzata dalle cucine dei paesi che in passato hanno avuto a che fare con questi luoghi.
E, vista anche la grande produzione di frumento, il cibo più consumato è la pasta, generalmente condita con la salsa Harissa, una salsa prodotta con peperoncino fresco, aglio e olio di oliva.
Parlando di Algeria inevitabilmente viene in mente il Kseksou, meglio conosciuto con il nome italianizzato di Cuscus. Il couscous è infatti un piatto che ha origini nord africane, apparteneva infatti alle antiche popolazioni dei Berberi ed è oggi piatto nazionale per alcuni paesi del Magreb (africa del nord), come Marocco, Algeria, Tunisia e Libia.
E' molto diffuso in tutto il mondo arabo musulmano, dall'Arabia Saudita, alla Giordania e Palestina fino allo Yemen.
In questo mondo la tradizione per il cibo e l'ospitalità si fonde con la storia e i riti religiosi.
Il couscous è un piatto dalla forte valenza sociale, intorno al quale si riunisce una famiglia o una comunità, che attingono tutti ad un unico grande recipiente, sedendo in cerchio, e spesso pregando prima della consumazione.
In genere non si utilizzano posate ma pane non lievitato per servirsi.
Con il termine couscous s'intende sia la semola lavorata a granelli sia il piatto unico con carne e verdure.
La semola si ottiene lavorando un impasto di acqua e farina di grano duro, fino a ottenere dei granelli di dimensione differente a seconda della finezza della lavorazione, che cotti a vapore hanno una consistenza morbida e un sapore neutro simile alla pasta che si accompagna a sapori intensi e speziati della cucina araba.
Il Maftoul (in arabo significa movimento rotatorio della mano) è il nome dato al couscous in Palestina, Giordania e Libano.
E' un prodotto pregiato e differente dal couscous tradizionale per il processo di lavorazione, tutto artigianale, svolto dalle donne delle cooperative di Birzeit e di Deir Balout.
Questo couscous, a base di farina di grano integrale e di frumento spezzettato bulgul (varietà di grano duro hambar tra le più pregiate), coltivati nei villaggi vicini.
Il burgul viene rotolato nella farina di grano e impastato con acqua e sale, fino a diventare granuloso. Viene poi setacciato ed essiccato al sole per 2-3 giorni.
Una volta cotto presenta granuli dal colore scuro e caldo tipico del grano integrale, di dimensione leggermente più grande, morbidi ma consistenti.
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