La carne di agnello, bianca, tenera e piuttosto grassa, deve essere consumata fresca e, di preferenza, nei mesi compresi fra ottobre e giugno. La tenerezza della carne di agnello è dovuta al fatto che sono esemplari che non hanno compiuto l’anno e si sono nutriti solo di latte materno.
Ingredienti principali:
agnello
pancetta
cipolline
olive verdi denocciolate
Ricetta per persone n.
8
Note
783 calorie a porzione
Ingredienti:
2 cosciotti di agnello
200 g di pancetta
700 g di cipolline
300 g di olive verdi denocciolate
2 bicchieri di vino bianco secco
3 spicchi d’aglio
1 rametto di rosmarino
2 foglie d’alloro
1 cucchiaino di pepe in grani
brodo
peperoncino
farina
150 g d’olio
sale
Preparazione: 20’ + 2 ore di cottura
- Con metà pancetta tagliata a bastoncini lardellate i cosciotti.
- Disponeteli in una larga terrina, aggiungete gli spicchi d’aglio schiacciati, le erbe aromatiche, il peperoncino sbriciolato, il pepe in grani, il vino fino a ricoprire la carne, chiudete e lasciate marinare per almeno 4 ore.
- Sgocciolate i cosciotti dalla marinata, asciugateli, passateli nella farina.
- In una grande casseruola scaldate l’olio, lasciatevi colorire l’agnello, quindi aggiungete la restante pancetta a dadini, le olive, le cipolline e fate dorare bene il tutto.
- Versate il brodo in modo che copra a filo i cosciotti e, appena alza il bollore, trasferite il recipiente in forno caldo a 180° e portate a cottura.
- Ritirate, trasferite i cosciotti con le olive e le cipolline sul piatto da portata e tenetelo in caldo.
- Intanto, ponete sul fuoco la casseruola dove è restato il fondo di cottura della carne e fatelo restringere per alcuni minuti, quindi versatelo ben caldo sui cosciotti e servite.
Raggiungendo le vette più alte dei suoi massicci montuosi, si possono ammirare paesaggi mozzafiato, che dalle coste più vicine arrivano fino a quelle della regione Sicilia, di gran lunga più a sud. Siamo in Calabria, dove la varietà degli ambienti e del territorio, procede di pari passo con la ricchezza di tradizioni enogastronomiche radicate nel tempo ed ancora oggi considerate il fiore all'occhiello di una delle culture meridionali più storiche ed affascinanti. Animata da un bagaglio ricchissimo che non può non contenere piatti e vini d'autore, rossi, bianchi e rosati. Sono dodici in tutto le etichette di origine controllata, elenco comprendente, tra gli altri, nomi di bottiglie famose e stimate a livello internazionale, quali il Cirò rosso riserva e il Bivongi. La nostra rassegna dei migliori vini rossi calabresi avrà inizio proprio da queste due denominazioni.
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