In molte aree d’Italia, c’è stato poi il periodo contrassegnato dall’impianto di vitigni molto produttivi, anche se scarsi sul fronte della qualità.
Negli ultimi 30 anni, aiutata anche dal passaggio della viticoltura (da promiscua a specializzata), nasce la moda a riconvertire questo "status quo" (da varietà di bassa qualità a varietà pregiate). Sono, quindi, arrivati i vitigni cosiddetti internazionali (in larga parte, già presenti nell’Ottocento nei vigneti italiani). In Italia, comunque, il numero dei vitigni resta ancora davvero molto alto, il più elevato al mondo. Ecco un piccolo elenco di 50 e più vini e vitigni d’Italia.
LAGREIN.
Il nome ha suscitato più volte l'impressione che la sua provenienza potesse essere la Val Lagarina (Marzotto, 1925), in realtà vi sono testimonianze che risalgono al XVI secolo che raccontano dell'esistenza di questo vitigno a bacca nera in Alto Adige.
E' quasi certo che Lagrein derivi da Lagara, colonia della Magna Grecia famosa per il vino Lagaritanos. Di questo vitigno sono particolarmente conosciuti due biotipi che si distinguono per la diversa forma e dimensione del grappolo: Lagrein a grappolo corto e Lagrein a grappolo lungo, con caratteristiche organolettiche diverse.
Nelle zone tipiche dove viene coltivato, il vino Lagrein che se ne ottiene prevede due tipologie: rosato
Caratteristiche:
Il Lagrein si presenta in un colore rosso rubino e rosso granata intenso, con un gradevole profumo di viole e more, sapore pieno e vellutato con sfumature leggermente aspre.
Abbinamenti consigliati: Si sposa bene con cacciagione, carni rosse e formaggi
Le uve del Lambrusco sono rosse, coltivate maggiormente in Emilia Romagna e nelle province di Modena e Reggio Emilia. Vengono utilizzate per produrre uno dei pochi vini rossi o rosé frizzanti.
Esistono quattro tipi di Lambrusco DOC: il Lambrusco rosso Salamino di Santa Croce secco o amabile, il Lambrusco di Sorbara che può essere rosso o rosé, secco o amabile il Lambrusco Reggiano, rosa e dolce o rosso e secco e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro secco o amabile.
Il Lambrusco Salamino, il cui nome trae origine dai grappoli che ricordano dei salami, possiede un colore scuro con una intensa schiuma viola e un corpo medio. Il Lambrusco di Sorbara rosso è forse il più pregiato e viene prodotto nelle zone della provincia di Modena. È tipicamente un vino leggero con aromi di fragole lamponi e ciliegie.
Il Lambrusco Reggiano dalla schiuma vivace ed evanescente possiede un gradevole profumo che varia dal fruttato al floreale, con un gusto fresco e fragrante. Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro fortemente aromatico si presenta con una schiuma color ciliegia con aromi più ampi rispetto agli altri 4 tipi di Lambrusco.
Il Lambrusco viene anche prodotto anche nella Lombardia orientale dove si produce un altro DOC,: il Lambrusco Mantovano, il quale però, porta in etichetta il riferimento alla sottodenominazione di origine non rientrando nei quattro vini DOC prima citati. Questo vino, tipicamente leggero e dall'aroma fruttato, può essere rosso o rosé ed è composto con differenti varietà di Lambrusco.
Sebbene di origine antichissima, il Lambrusco ha sempre stentato ad essere ben conosciuto ed apprezzato fuori dalla sua zona di produzione, cioè nelle province di Reggio Emilia e di Modena. Vino dalla spuma vivace con sentore di violetta.
MALVASIA.
Vitigni con questo nome si trovano in tutte le regioni, usati per vini secchi e dolci, tranquilli e frizzanti.
L'origine del nome è da attribuirsi ad un vino che era prodotto a Malta, si trattava di un prodotto di pregio commercializzato da Venezia. Dopo la conquista da parte degli Arabi dell'isola nell'870 d.c. i commerci si interruppero.
I molti vitigni denominati Malvasia hanno spesso in comune soltanto il nome, derivante da una città greca del Peloponneso, Monenbasia, Monemvasia o Monovasia, che significa "porto ad una sola entrata", città che per assonanza con il nome greco fu ribattezzata dai Veneziani "Malvasia" (o Napoli di Malvasia, per distinguerla da Malvasia Vecchia, posta poco più a nord).
Si deve ai veneziani l’uso di tale appellativo per indicare prima i vini dolci ed alcolici provenienti dalla parte orientale del Mediterraneo, poi anche i locali in Venezia nei quali se ne svolgeva il commercio.
Caratteristiche:
I vitigni Malvasia possono essere distinti in due gruppi:
- quelli con un leggero aroma che ricorda quello del Moscato
- quelli a sapore semplice.
Ve ne sono a frutto bianco e a frutto nero.
Fra le Malvasie a frutto bianco più estesamente coltivate ricordiamo la Malvasia toscana o Malvasia del Chianti, cosiddetta perché la sua uva bianca entra per circa 1/10 nella composizione del Chianti; la Malvasia istriana (coltivata nel Friuli-Venezia Giulia); la Malvasia laziale; la Malvasia Bianca di Candia; la Malvasia di Sardegna (a sapore semplice); la Malvasia delle Lipari.
Fra le Malvasie a frutto nero degne di nota ricordiamo quelle salentine: la Malvasia nera di Brindisi; la Malvasia nera di Lecce; quelle (sempre nere) astigiane come la Malvasia di Casorzo d'Asti passito, Malvasia di Casorzo d'Asti e Malvasia nera di Schierano.
Alcuni cloni sono: Malvasia bianca MC 1; Malvasia bianca di Candia Rauscedo 2; Malvasia bianca lunga o del Chianti Rauscedo 2, Cenaia 2; Malvasia istriana ISV Conegliano 1.
I vini con tale nome sono liquorosi, dal sapore intenso dolce e gradevole.
MARZEMINO.
Coltivato in Trentino è di origine austriaca. Vinificato con altre uve produce vini rossi dal gusto secco, vivaci e rustici.
Il Marzemino è un vitigno autoctono italiano. Comparso in Italia intorno al XV secolo nelle aree di Brescia e Padova e diffuso anche in Friuli, è oggi particolarmente coltivato in Trentino (varietà Marzemino Gentile) nelle zone di Isera e Volano. I grappoli presentano dimensioni medio grandi e raggiungono la piena maturazione tra la fine settembre ed primi di ottobre.
Il vino che ne deriva (Trentino Marzemino) è particolarmente noto grazie alla citazione nell'opera Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart:
« Versa il vino! Eccellente Marzemino! »
Il vino più rappresentativo della Vallagarina è sicuramente il Marzemino gentile che trova le sue espressioni più alte nelle due sottozone di Isera e dei Ziresi a Volano.
Il Marzemino arriva in Trentino probabilmente agli inizi del XV secolo durante la dominazione Veneziana di Rovereto: tradizione vuole che siano stati alcuni soldati della Serenissima a portare alcune pianticelle del vitigno, da un villaggio della Carinzia, denominato per l’appunto Marzimin.
E se lo stesso vigneto raggiunse anche altre zone italiane dominate dalla Repubblica Veneta, è giusto sottolineare come grazie all’ottima esposizione, alle temperature e alla qualità dei suoli lagarini, in Trentino ottenne fin da subito notevoli risultati.
Già nel ‘700 era uno dei vini più apprezzati sulle tavole austriache: la stessa famiglia imperiale ne era una grande estimatrice. E la “consacrazione” agli onori giunge nel Don Giovanni di Mozart!
Il vino di un bel colore rosso rubino vivace e brillante si caratterizza per i profumi fruttati e floreali, fra cui predomina la viola. In gioventù è ricco di acido malico con una conseguente nota di freschezza piuttosto elevata. Dopo la fermentazione malolattica si ingentilisce diventando più morbido, rimanendo tuttavia piacevolmente fresco.
Gli studi pedologici hanno messo in luce come il Marzemino ottenga la sua massima espressione sia in terreni ricchi di Basalto, come nella zona di Isera, sia in terreni ricchi di Argilla, come nella zona dei Ziresi a Volano.
Di corpo medio, abbastanza caldo, equilibrato nei sapori e abbastanza persistente, si rivela essere un vino fine ed armonioso che si sposa bene con alcuni piatti della tradizione culinaria locale quali i salumi, le lumache, le grigliate miste di carni di maiale e di lucaniche trentine.
MERLOT.
Il Merlot è un vitigno a bacca nera, il cui nome deriva dalla particolare predilezione che ha il merlo per le sue bacche, è originario della Gironda, nel Sud-Ovest della Francia, e in particolare della zona di Bordeaux da cui nascono (in uvaggio con il Cabernet) alcuni dei più prestigiosi vini al mondo (Château Lafitte-Rothschild, Château Latour, Château Margaux, Petrus).
Ha foglia media, pentagonale, trilobata e quinquelobata; grappolo medio, piramidale più o meni spargolo, con una o due ali e peduncolo legnoso di colore rosato; acino medio, rotondo di colore blu-nero con buccia di media consistenza ricoperta da abbondante pruina.
Predilige terreni collinari, freschi, con buona umidità durante l'estate in quanto soffre la siccità. I sistemi di allevamento più adatti sono il cordone speronato e il Guyot che assicurano un buon ombreggiamento dei grappoli al fine di evitare repentini abbassamenti dell'acidità fissa.
In Italia il Merlot ha trovato condizioni ambientali ideali in Friuli, Trentino, Veneto, ed Emilia Romagna sin dalla fine dell'Ottocento, ma è ormai diffuso in molte altre regioni, con risultati a volte sorprendenti, anche senza l'apporto di altre uve, come per esempio in Sicilia dove si trovano interpretazioni di Merlot in purezza di grande interesse enologico (e commerciale, di conseguenza), proprio perché il Merlot, nell'adattarsi a questo clima dalla forte impronta solare mostra un altro aspetto della sua versatile personalità, con sapori più caldi e speziati.
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