Il territorio del Piceno è una regione vocata per grandi vini bianchi e rossi, che però sono ancora poco conosciuti dal pubblico. Scopriamoli insieme:
Falerio DOC è un bianco leggermente acidulo, secco e sapido. Ha profumi gradevoli che ricordano le mele e i fiori di prato. Grazie a questa sua freschezza si presta bene per aperitivi a base di pesce o con le olive all’ascolana. Non si tratta di un vino longevo e va consumato nel primo anno di vita. Per gustarlo al meglio va servito ad una temperatura di 8°-10° C.
Offida Passerina DOC è un vino bianco con profumi che ricordano la frutta tropicale e i fiori bianchi. Va consumato abbastanza giovane, possibilmente entro il secondo anno di vita. Fresco e piacevolmente profumato, si presta bene ad accompagnare la cucina di mare. Va servito alla temperatura di 8°-10° C.
Rosso Piceno DOC è un vino rosso dove si sente molto il profumo dell’uva, e poi aromi fruttati e floreali che portano l’inconfondibile sentore della prugna. Asciutto e armonioso, con tannini mai invadenti, si abbina molto bene a minestre e bolliti, salumi e formaggi locali. Va servito a una temperatura di 15°-16°C.
Rosso Piceno Superiore DOC è un rosso con profumi e sapori più netti: il profumo è più speziato (con richiami alla liquirizia) e il sapore di frutta rossa e confettura. Corposo e persistente è adatto a periodi di invecchiamento anche lunghi. Si accompagna bene a piatti strutturati (anche a base di tartufo o selvaggina). Va servito a 16°-18°C in calici ampi, per apprezzarne al meglio i profumi.
Vitigni: radici piantate in terra Picena.
A BACCA ROSSA.
Montepulciano. Si tratta di un vitigno a bacca nera, la cui origine è incerta, ampiamente coltivato nelle regioni del centro e del sud Italia, dal momento che predilige i terreni a medio impasto, profondi e con una buona esposizione, e trova il suo ambiente in un clima caldo e asciutto. La sua maturazione è tardiva e per questo viene generalmente vendemmiato in ottobre.
Sangiovese.
Altro vitigno a bacca rossa, è uno dei vitigni italiani più diffusi in assoluto e anche per questo entra in blend di centinaia di vini da nord a sud della Penisola. Anche per il Sangiovese le origini sono incerte ma gli studi più recenti sembrano accreditarne la parentela con i vitigni del sud Italia piuttosto che trovarne le radici (per via del nome) nelle zone del centro tra la Toscana e l’Emilia Romagna. Per le sue caratteristiche peculiari dà origine a vini eleganti, pieni e dalla buona capacità di invecchiamento.
Cabernet Sauvignon.
Di origine bordolese, il Cabernet Sauvignon è noto per essere un vitigno a bacca nera che dà origine a vini di buona longevità, ed è per questo utilizzato in blend destinati all’invecchiamento. Dotato di una buona capacità di adattamento al terreno e al clima, pur con le rispettive differenze, è in grado di dare vini che si caratterizzano per la loro intensità e struttura, e che rivelano, grazie al tempo e all’affinamento in legno, un bouquet ricco di fascino e di sfaccettature.
A BACCA BIANCA.
Pecorino.
Il nome di questo vitigno autoctono italico deriva con tutta probabilità dal fatto che ama le zone collinari fresche ed elevate dove un tempo i pastori passavano con i loro greggi durante le migrazioni stagionali. La sua riscoperta risale ai primi anni Ottanta ed è legata all’impegno e alla tenacia di Guido Cocci Grifoni che, intuendo le potenzialità dei vitigni autoctoni, iniziò le sue sperimentazioni sul Pecorino, di cui si ha notizia documentata fin dal 1871 ma che, a causa della sua ridotta capacità produttiva rischiava di andare perduto a favore di altri vitigni considerati più redditizi. Fin dai primi anni della coltivazione della vite e successiva vinificazione, il vino del vitigno Pecorino rivela caratteristiche eccezionali dal punto di vista enologico che lo fanno conoscere e apprezzare sempre di più, fino al riconoscimento della DOC avvenuto nel 2001.
Passerina.
Le origini del nome di questo vitigno a bacca bianca restano ancora sconosciute: è un vitigno di buona produttività e di una buona componente acidica delle uve. Generalmente veniva e viene impiegato in blend con altri uvaggi a bacca bianca ma di recente, anche grazie alla riscoperta dei vitigni autoctoni, si è cominciato a vinificarlo anche in purezza valorizzandone al meglio le caratteristiche organolettiche tipiche.
Trebbiano.
Il Trebbiano è un vitigno con frutto a bacca bianca, tra i più diffusi d’Italia. Ciò è dovuto alla sua ottima capacità di adattamento alle varie tipologie di terreno e alle condizioni climatiche più diverse. Per questo motivo, però, i vari vini che ne derivano possono essere anche estremamente differenti gli uni dagli altri.
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Falerio DOC è un bianco leggermente acidulo, secco e sapido. Ha profumi gradevoli che ricordano le mele e i fiori di prato. Grazie a questa sua freschezza si presta bene per aperitivi a base di pesce o con le olive all’ascolana. Non si tratta di un vino longevo e va consumato nel primo anno di vita. Per gustarlo al meglio va servito ad una temperatura di 8°-10° C.
Offida Passerina DOC è un vino bianco con profumi che ricordano la frutta tropicale e i fiori bianchi. Va consumato abbastanza giovane, possibilmente entro il secondo anno di vita. Fresco e piacevolmente profumato, si presta bene ad accompagnare la cucina di mare. Va servito alla temperatura di 8°-10° C.
Rosso Piceno DOC è un vino rosso dove si sente molto il profumo dell’uva, e poi aromi fruttati e floreali che portano l’inconfondibile sentore della prugna. Asciutto e armonioso, con tannini mai invadenti, si abbina molto bene a minestre e bolliti, salumi e formaggi locali. Va servito a una temperatura di 15°-16°C.
Rosso Piceno Superiore DOC è un rosso con profumi e sapori più netti: il profumo è più speziato (con richiami alla liquirizia) e il sapore di frutta rossa e confettura. Corposo e persistente è adatto a periodi di invecchiamento anche lunghi. Si accompagna bene a piatti strutturati (anche a base di tartufo o selvaggina). Va servito a 16°-18°C in calici ampi, per apprezzarne al meglio i profumi.
A BACCA ROSSA.
Montepulciano. Si tratta di un vitigno a bacca nera, la cui origine è incerta, ampiamente coltivato nelle regioni del centro e del sud Italia, dal momento che predilige i terreni a medio impasto, profondi e con una buona esposizione, e trova il suo ambiente in un clima caldo e asciutto. La sua maturazione è tardiva e per questo viene generalmente vendemmiato in ottobre.
Sangiovese.
Altro vitigno a bacca rossa, è uno dei vitigni italiani più diffusi in assoluto e anche per questo entra in blend di centinaia di vini da nord a sud della Penisola. Anche per il Sangiovese le origini sono incerte ma gli studi più recenti sembrano accreditarne la parentela con i vitigni del sud Italia piuttosto che trovarne le radici (per via del nome) nelle zone del centro tra la Toscana e l’Emilia Romagna. Per le sue caratteristiche peculiari dà origine a vini eleganti, pieni e dalla buona capacità di invecchiamento.
Cabernet Sauvignon.
Di origine bordolese, il Cabernet Sauvignon è noto per essere un vitigno a bacca nera che dà origine a vini di buona longevità, ed è per questo utilizzato in blend destinati all’invecchiamento. Dotato di una buona capacità di adattamento al terreno e al clima, pur con le rispettive differenze, è in grado di dare vini che si caratterizzano per la loro intensità e struttura, e che rivelano, grazie al tempo e all’affinamento in legno, un bouquet ricco di fascino e di sfaccettature.
A BACCA BIANCA.
Pecorino.
Il nome di questo vitigno autoctono italico deriva con tutta probabilità dal fatto che ama le zone collinari fresche ed elevate dove un tempo i pastori passavano con i loro greggi durante le migrazioni stagionali. La sua riscoperta risale ai primi anni Ottanta ed è legata all’impegno e alla tenacia di Guido Cocci Grifoni che, intuendo le potenzialità dei vitigni autoctoni, iniziò le sue sperimentazioni sul Pecorino, di cui si ha notizia documentata fin dal 1871 ma che, a causa della sua ridotta capacità produttiva rischiava di andare perduto a favore di altri vitigni considerati più redditizi. Fin dai primi anni della coltivazione della vite e successiva vinificazione, il vino del vitigno Pecorino rivela caratteristiche eccezionali dal punto di vista enologico che lo fanno conoscere e apprezzare sempre di più, fino al riconoscimento della DOC avvenuto nel 2001.
Passerina.
Le origini del nome di questo vitigno a bacca bianca restano ancora sconosciute: è un vitigno di buona produttività e di una buona componente acidica delle uve. Generalmente veniva e viene impiegato in blend con altri uvaggi a bacca bianca ma di recente, anche grazie alla riscoperta dei vitigni autoctoni, si è cominciato a vinificarlo anche in purezza valorizzandone al meglio le caratteristiche organolettiche tipiche.
Trebbiano.
Il Trebbiano è un vitigno con frutto a bacca bianca, tra i più diffusi d’Italia. Ciò è dovuto alla sua ottima capacità di adattamento alle varie tipologie di terreno e alle condizioni climatiche più diverse. Per questo motivo, però, i vari vini che ne derivano possono essere anche estremamente differenti gli uni dagli altri.
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