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I tesori del Piceno: grandi vini da scoprire.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 10/06/2012 | 16:40

vino_logo-picenos
Il territorio del Piceno è una regione vocata per grandi vini bianchi e rossi, che però sono ancora poco conosciuti dal pubblico. Scopriamoli insieme:
    Falerio DOC è un bianco leggermente acidulo, secco e sapido. Ha profumi gradevoli che ricordano le mele e i fiori di prato. Grazie a questa sua freschezza si presta bene per aperitivi a base di pesce o con le olive all’ascolana. Non si tratta di un vino longevo e va consumato nel primo anno di vita. Per gustarlo al meglio va servito ad una temperatura di 8°-10° C.
vino Falerio DOC
    Offida Passerina DOC è un vino bianco con profumi che ricordano la frutta tropicale e i fiori bianchi. Va consumato abbastanza giovane, possibilmente entro il secondo anno di vita. Fresco e piacevolmente profumato, si presta bene ad accompagnare la cucina di mare. Va servito alla temperatura di 8°-10° C.
vino Offida Passerina DOC
    Rosso Piceno DOC è un vino rosso dove si sente molto il profumo dell’uva, e poi aromi fruttati e floreali che portano l’inconfondibile sentore della prugna. Asciutto e armonioso, con tannini mai invadenti, si abbina molto bene a minestre e bolliti, salumi e formaggi locali. Va servito a una temperatura di 15°-16°C.
vino_rosso_piceno_doc
    Rosso Piceno Superiore DOC è un rosso con profumi e sapori più netti: il profumo è più speziato (con richiami alla liquirizia) e il sapore di frutta rossa e confettura. Corposo e persistente è adatto a periodi di invecchiamento anche lunghi. Si accompagna bene a piatti strutturati (anche a base di tartufo o selvaggina). Va servito a 16°-18°C in calici ampi, per apprezzarne al meglio i profumi.
vino_rosso_piceno_superiore
Vitigni: radici piantate in terra Picena.

A BACCA ROSSA.
vini marchigiani  a bacca rossa
Montepulciano. Si tratta di un vitigno a bacca nera, la cui origine è incerta, ampiamente coltivato nelle regioni del centro e del sud Italia, dal momento che predilige i terreni a medio impasto, profondi e con una buona esposizione, e trova il suo ambiente in un clima caldo e asciutto. La sua maturazione è tardiva e per questo viene generalmente vendemmiato in ottobre.
Sangiovese.
Altro vitigno a bacca rossa, è uno dei vitigni italiani più diffusi in assoluto e anche per questo entra in blend di centinaia di vini da nord a sud della Penisola. Anche per il Sangiovese le origini sono incerte ma gli studi più recenti sembrano accreditarne la parentela con i vitigni del sud Italia piuttosto che trovarne le radici (per via del nome) nelle zone del centro tra la Toscana e l’Emilia Romagna. Per le sue caratteristiche peculiari dà origine a vini eleganti, pieni e dalla buona capacità di invecchiamento.
Cabernet Sauvignon.
Di origine bordolese, il Cabernet Sauvignon è noto per essere un vitigno a bacca nera che dà origine a vini di buona longevità, ed è per questo utilizzato in blend destinati all’invecchiamento. Dotato di una buona capacità di adattamento al terreno e al clima, pur con le rispettive differenze, è in grado di dare vini che si caratterizzano per la loro intensità e struttura, e che rivelano, grazie al tempo e all’affinamento in legno, un bouquet ricco di fascino e di sfaccettature.

A BACCA BIANCA.
vini marchigiani  a bacca bianca
Pecorino.
Il nome di questo vitigno autoctono italico deriva con tutta probabilità dal fatto che ama le zone collinari fresche ed elevate dove un tempo i pastori passavano con i loro greggi durante le migrazioni stagionali. La sua riscoperta risale ai primi anni Ottanta ed è legata all’impegno e alla tenacia di Guido Cocci Grifoni che, intuendo le potenzialità dei vitigni autoctoni, iniziò le sue sperimentazioni sul Pecorino, di cui si ha notizia documentata fin dal 1871 ma che, a causa della sua ridotta capacità produttiva rischiava di andare perduto a favore di altri vitigni considerati più redditizi. Fin dai primi anni della coltivazione della vite e successiva vinificazione, il  vino del vitigno Pecorino  rivela caratteristiche eccezionali dal punto di vista enologico che lo fanno conoscere e apprezzare sempre di più, fino al riconoscimento della DOC avvenuto nel 2001.
Passerina.
Le origini del nome di questo vitigno a bacca bianca restano ancora sconosciute: è un vitigno di buona produttività e di una buona componente acidica delle uve. Generalmente veniva e viene impiegato in blend con altri uvaggi a bacca bianca ma di recente, anche grazie alla riscoperta dei vitigni autoctoni, si è cominciato a vinificarlo anche in purezza valorizzandone al meglio le caratteristiche organolettiche tipiche.
Trebbiano.
Il Trebbiano è un vitigno con frutto a bacca bianca, tra i più diffusi d’Italia. Ciò è dovuto alla sua ottima capacità di adattamento alle varie tipologie di terreno e alle condizioni climatiche più diverse. Per questo motivo, però, i vari vini che ne derivano possono essere anche estremamente differenti gli uni dagli altri.



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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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