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I vini ed i vitigni piú famosi d'Italia: prima puntata.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 18/09/2011 | 19:21


Nell’Ottocento, prima che la filossera e altre malattie (molte delle quali provienienti dall’America) si concentrassero con la loro potenza distruttrice sui vigneti italiani, nel nostro paese, c’erano migliaia di vitigni, a volte diversi da villaggio a villaggio, ognuno con particolarità e specifiche caratteristiche. Questa ricchezza di vitigni autoctoni, dopo l'avvento della filossera e con il passare degli anni, si è poi fortemente ridimensionata.

In molte aree d’Italia, c’è stato poi il periodo contrassegnato dall’impianto di vitigni molto produttivi, anche se scarsi sul fronte della qualità.

Negli ultimi 30 anni, aiutata anche dal passaggio della viticoltura (da promiscua a specializzata), nasce la moda a riconvertire questo "status quo" (da varietà di bassa qualità a varietà pregiate). Sono, quindi, arrivati i vitigni cosiddetti internazionali (in larga parte, già presenti nell’Ottocento nei vigneti italiani). In Italia, comunque, il numero dei vitigni resta ancora davvero molto alto, il più elevato al mondo. Ecco un piccolo elenco di 50 e più vini e vitigni d’Italia.

AGLIANICO.


L'Aglianico del Vulture (come tutti i vitigni appartenenti all'Aglianico) ha origini molto remote e si ritiene che sia stato introdotto dai greci nel sud Italia tra il VII-VI secolo a.C. Altre fonti storiche che certificano l'antichità di questo vitigno sono costituite dai resti di un torchio dell'età romana ritrovati nella zona di Rionero in Vulture e da una moneta bronzea raffigurante l'agreste divinità di Dionisio, il cui culto fu poi ricondotto a quello di Bacco, coniata nella zona di Venosa nel IV secolo a.C.

Gli antichi romani lo ribattezzarono poi "Vitis Ellenica" e sfruttarono l'Aglianico per produrre il vino Falerno. L'origine del suo nome è incerta, c'è chi sostiene che sia ispirato all'antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Lucania, e chi lo considera una semplice storpiatura della parola Ellenico. Una delle testimonianze storico-letterarie sulla storia di questo vitigno sono state lasciate da Quinto Orazio Flacco, scrittore e poeta latino originario di Venosa che esaltò le bellezze della sua terra e il vino in questione.

Il nome originario (che sia stato Elleanico o Ellenico) fu cambiato nell'attuale Aglianico durante la dominazione aragonese nel corso del XV secolo, a causa della doppia 'l' pronunciata 'gl' nell'uso fonetico spagnolo.


ALBANA.


E' un aristocratico vitigno rosso di origine ellenica e dà origine al campano Taurasi e all'Aglianico del Vulture. Molto diffuso in Basilicata, nel Vulture.

L'omonimo vino presenta un gusto secco e robusto. Può essere anche invecchiato o spumante. L'Albana è un vitigno 'a bacca bianca' (foglia grande e pentagonale, buccia di colore giallo intenso) primo bianco, in Italia, ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.), nel 1987 La origine del “biondo nettare di Romagna” sembra risalire ai tempi romani. Se ne trova traccia in scritti di quell'epoca che riferiscono di Galla Placidia, figlia di Teodosio.

Altri ne fanno derivare il nome dai Colli Albani, da cui provenivano i Legionari colonizzatori della Romagna. Molto più probabilmente il suo nome deriva dalla qualità dell'uva chiara, che viene considerata la migliore delle uve bianche, da cui 'Albus' (bianco per eccellenza) = Albana.

Leggenda vuole che la bellissima donna dai capelli biondi, Galla Placidia, arrivò nel 435 d.C. nel paesino arroccato sulla pianura tra Forlì e Cesena : colpiti da tanta bellezza gli ospitali paesani le offrirono, in una rozza brocca di terra cotta, il dolce e vigoroso vino del luogo; ella, estasiata dalla bontà di quel nettare che scendeva dolcemente nelle vene rendendola felice, esclamò : “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì BERTI IN ORO”; da allora, secondo leggenda, il paesello dove la sovrana si era dissetata si chiamò Bertinoro La zona caratteristica della produzione è quella compresa nello 'Spungone Romagnolo' e cioè dalla zona Bertinorese sino alle colline dell'Imolese, in quanto favorite dal microclima favorevole (composizione del terreno, ventosità, marcata esposizione solare e vicinanza del mare) Il vino Albana viene prodotto nelle diverse tipologie (denominazioni):

- Albana di Romagna - D.O.C.G. - Dolce
- Albana di Romagna - D.O.C.G. - Secco
- Albana di Romagna - D.O.C.G. - Amabile
- Albana di Romagna - D.O.C.G - Passito
- Romagna Albana Spumante - D.O.C.


ARNEIS.


Sta riconquistando importanza in Piemonte nell’area di Alba, dopo la quasi totale scomparsa.

l'Arneis è conosciuto col nome di Renesio o Renexi già dal '400 nella zona collinare del Roero di cui è autoctono. In realtà è stato per secoli utilizzato come vitigno da vini dolci , mentre il suo utilizzo nei vini bianchi secchi risale agli ultimi decenni.

La zona di coltivazione è delineata in provincia di Cuneo nella zona del Roero , regione collinare posta sulla sinistra del fiume Tanaro. La denominazione principe di questa zona , in cui l'Arneis è molto impiegato , è quindi il Roero DOCG.

La foglia si presenta di colore verde cupo medio-grande e pentagonale. Grappolo di media grandezza ma molto compatto, cilindrico piramidale risulta essere spesso alato. Acino sferoidale di media grandezza, irregolare e dalla buccia pruinosa presenta un colore giallo-verdastro.

I vini prodotti con l'Arneis richiamano aromi di fiori e frutta bianca e sono contraddistinti da una buona pienezza , acidità e tipico retrogusto di mandorla amara. Come detto in precedenza , buona parte di questi vini ricade nella denominazione Roero DOCG , ma ve ne sono anche molti che ricadono nella denominazione Langhe DOC


BARBERA.


Vitigno a frutto rosso da cui si ricava il vino omonimo nativo del Piemonte, diffuso soprattutto nell'Italia del Nord, dove dà origine a ben 7 diverse Doc, di cui 3 in Piemonte (Barbera d'Alba, Barbera d'Asti, Barbera del Monferrato).

Contende al Sangiovese il primato di principale uva italiana per la produzione di vini rossi. Il barbera dà vini rossi tannici, corposi e ricchi di acidità.

Attualmente rappresenta più del 50% della produzione del Monferrato; per svariati decenni ha rappresentato il classico vino rosso da pasto; oggi grazie ad un scelta mirata delle aziende avvedute la qualità del prodotto ha raggiunto livelli molto alti. Il riconoscimento della Denominazione d'Origine Controllata risale al 1970 e la produzione avviene su 65 comuni della provincia di ASTI e 51 comuni della provincia di ALESSANDRIA; le D.O.C. del Castello di Razzano sono tre così suddivise:

- BARBERA DEL MONFERRATO, vino di pronta beva.
- BARBERA D'ASTI, invecchiamento minimo sei mesi, vino da bere nei due, tre anni.
- BARBERA D'ASTI SUPERIORE, vino con affinamento sempre in legno (botte grande tradizionele o barrique) e con un invecchiamento di tre anni

BLANC DE MORGEX.


Il Valle d'Aosta Blanc de Morgex et de La Salle è un vino DOC la cui produzione è consentita nella Regione Valle d'Aosta.

Viene prodotto tra i più alti vigneti d' Europa, dai 900 ai 1200 m di altitudine. E' coltivato fino ad una altezza di 1400 metri. Viene vinificato in purezza e dà origine ad un vino bianco secco. Non teme la filossera.

La data di inizio produzione è ancora incerta, alcune fonti la fissano intorno all'VIII secolo, altre invece lo vorrebbero importato in Valle d'Aosta verso l'anno 1630. Un'altra ipotesi è quella che il vitigno sia autoctono, scelto attraverso i secoli secondo una selezione attuata partendo da eventuali modificazioni o da spontanee seminagioni.

Adatto come aperitivo, si accompagna con antipasti delicati, con piatti di pesce o con carni bianche, è ottimo anche con formaggi come Fontina e Reblec.


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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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