Dopo il carnevale arriva la Pasqua, e anche in questa occasione cercheremo di dare un quadro esaustivo dei vari modi di festeggiare, ovviamente rimanendo legati ai dolci tipici nazionali, sapendo che i modi di festeggiare variano da regione a regione se non addirittura da provincia a provincia, perciò invitiamo sin da ora chiunque a segnalarci notizie e ricette del proprio territorio.
Ora vediamo brevemente il significato della Pasqua:
il periodo Pasquale và dal 25 marzo al 25 aprile. Questa festività cade nello stesso periodo dell’anno sia per la religione Ebraica che Cristiana. Per i primi, la Pasqua celebra la fuga degli Ebrei dall’Egitto, verso la terra promessa, guidati da Mosè.
er i Cristiani ricorda la passione e la resurrezione di Cristo.
Con l’ultima Cena, Gesù spezza il pane e lo divide con gli Apostoli, offrendo così il suo corpo in sacrificio per tutta l’umanità.
Questo episodio conferisce al cibo un valore particolare, rispetto alle altre festività.
Ecco che allora si donano uova, sia vere che di cioccolato, come simbolo di rinascita e di prosperosa fecondità: infatti, il periodo coincide con l’inizio della primavera. Altri simbolismi che ritroviamo nei dolci Pasquali, sono gli agnelli di marzapane, le colombe e le ciambelle che richiamano la corona di spine posta sul capo di Gesù …..Il carattere familiare della Pasqua rimane ancor oggi vivo, tanto da essere occasione di riti da svolgersi con la famiglia. Particolare è la preparazione di questo dolce profumatissimo.
La preparazione degli ingredienti, la fase della lievitazione: guai a camminare o a far rumore, la cottura con la precedente preparazione del forno a legna e la sapiente dosatura del calore. Momenti ed emozioni che riavvicinano la famiglia ad uno stile di vita perso nel tempo. La colazione della mattina di Pasqua è un trionfo di uova sode, di cioccolato e del salame lardellato con la tanto sospirata Pizza di Pasqua.
Pastiera (Campania).
La pastiera, dolce Tipico napoletano, a base di grano ammollato precedentemente e poi cotto in latte e zucchero, a base di ricotta, uova, latte, essenza di fiori d’arancia, è senz’altro il capolavoro della pasticceria napoletana. Di per se stesso potrebbe essere un pranzo ed il suo torto è proprio quello di arrivare alla fine del pranzo di Pasqua, quando si è già mangiato troppo; ma mangiarla verso mezzogiorno, una bella fetta di pastiera morbida, bionda, cremosa, profumata di primavera e di vaniglia…, non si commetterà mai più bel peccato di gola.
Si racconta che i sette ingredienti della pastiera fossero offerti da sette fanciulle alla sirena Partenope: la farina ed il grano come i frutti più significativi della terra, le uova a rappresentare la cellula che si rinnova, la ricotta come omaggio dei pastori, l’acqua di arancio e di rose e lo zucchero a simboleggiare i profumi e la dolcezza della primavera.
La Pasqua nel mondo.
Il termine tedesco che indica la Pasqua deriva dal nome dell’antica divinità germanica della primavera: Eostre.
La festa in Germania ha mantenuto uno spiccato carattere pagano, di festeggiamento dell’arrivo della primavera e del rinnovarsi della natura.
Nel periodo pasquale le case vengono decorate: alla vigilia della Pasqua in molte città ci sono dei mercati dove si possono trovare decorazioni, dolci e tutto quello che serve per abbellire le case.
Le finestre vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi; nei vasi si mettono alcuni rami che vengono poi addobbati. Chi ha tempo, poi, decora i gusci delle uova, attività che per i bambini rappresenta sempre un gran divertimento.
La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca delle uova di cioccolato (a volte anche dei giocattoli!) che il “coniglietto” pasquale – il simbolo della festa – nasconde nel giardino o in casa. Il pranzo pasquale è quasi sempre a base di agnello. Anche i dolci tradizionali hanno la forma dell’agnello.
Per simboleggiare la fine dell’inverno e la venuta della primavera, nelle campagne – specialmente nella Germania settentrionale – i contadini fanno dei fuochi per bruciare tutti i rami secchi che trovano: si attribuisce, infatti, all’acqua e al fuoco la proprietà di purificare, di favorire la fertilità dei campi e di sventare i malefici.
I “fuochi di Pasqua” offrono uno spettacolo notturno veramente affascinante. Particolare curioso è che il “fuoco di Pasqua” deve essere acceso con mezzi naturali, cioè con la silice o strofinando due pezzi di legno, o con una grossa lente; qualche volta i lumi delle chiese vengono spenti e poi riaccesi con la fiamma di questo “fuoco sacro”. Le ceneri, poi, vengono sparse per i campi per propiziare il buon raccolto.
Le campane delle chiese sono silenziose dal venerdì fino alla domenica di Pasqua, come segno di dolore per il Cristo crocifisso.
Le mamme dicono ai loro bambini che “le campane sono volate via a Roma”.
La mattina di Pasqua, i bimbi francesi corrono fuori casa per guardare le campane “tornare indietro da Roma”.
Mentre i piccoli sono occupati a scrutare il cielo alla ricerca delle campane che “tornano a casa”, i loro genitori nascondono le uova di cioccolato che i bimbi cercheranno in casa o in giardino per tutta la mattina!
Un’antica credenza popolare voleva che nel periodo immediatamente precedente alla Pasqua le streghe volassero verso la montagna di “Blakulla”, per trovare il diavolo.
Da quell’antica credenza ha avuto origine la tradizione delle “streghette di Pasqua”: si tratta di gruppetti di bambine che nel periodo pasquale, imbacuccate con scialli e lunghe sottane, vanno in giro con un bricco da caffè dove la gente deve mettere un soldino o una caramella.
Gli svedesi conservano altre vecchie usanze legate a credenze di stregoneria: nella Svezia occidentale le notti pasquali sono illuminate da grandi falò e dallo scoppio di petardi, vecchi metodi garantiti per tenere lontano le streghe.
Il significato della Pasqua cristiana non è molto sentito in Finlandia, in quanto l’86% della popolazione appartiene alla chiesa Evangelica Luterana. La tradizione pasquale finnica, perciò, più che altro celebra l’arrivo della primavera, anche se a marzo o ad aprile in questa terra regna ancora l’inverno! Qualche tempo prima della Pasqua i bambini piantano alcune sementi in piccoli vasi.
I bimbi finlandesi usano anche disegnare delle streghette su biglietti di carta, su cui poi scrivono i loro desideri. Vestiti da streghe, distribuiscono i biglietti ai loro amici.
La tradizione vuole che le notti tra il venerdì e la domenica di Pasqua, le streghe escano dai loro nascondigli e volino nel cielo.
Olanda – Pasen o Pasen Zontag.
In tutta la nazione la Pasqua viene celebrata come una festa primaverile. La maggior parte della gente appende una corona decorata alla porta di casa. Si pitturano le uova che poi vengono appese ad un albero nel giardino.
In casa si mettono dei fiori gialli.
Il coniglietto pasquale nasconde in giardino le uova sode colorate che poi i bambini cercheranno per tutta la mattinata.
Per quel che riguarda la cucina una delle specialità è il “Paasbrod”, un buonissimo pane dolce pieno di uvetta.
Per la Chiesa ortodossa la Pasqua è la festa più importante dell’anno e la si celebra con grande solennità, in una data diversa da quella cattolica.
A Pasqua si guarda alla cittadina di Sagorsk, dove risiede il Pope di Mosca e di tutta la Russia, cioè la massima autorità della religione ortodossa.
La mattina del giorno di Pasqua la famiglia russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic. Alla sera si fa un banchetto con diversi tipi di carne, pesce e funghi, dove non manca il Pabcha, un piatto sostanzioso a base di quark.
Durante la messa di mezzanotte il Pope toglie simbolicamente il sudario dal sepolcro. Non trovandovi più il corpo di Cristo, con il corteo sacerdotale esce dalla chiesa per ricercarlo, finché ritorna e annuncia ai fedeli il miracolo con la tradizionale esclamazione: “Christos voskrèse!” (Cristo è Risorto!) e la folla risponde: “Vo istinu voskrèse!” (In verità è Risorto!). Solo allora tutti si scambiano il triplice bacio rituale; poi si cantano inni di esultanza, si accendono ceri e si scoppiano fuochi d’artificio. Per il popolo russo le festività legate alla Pasqua sono anche un saluto alla primavera.
I ragazzi si recano in campagna per spogliare le betulle. Con i rami di betulla le ragazze intrecciano delle corone con cui ornano la testa.
In alcune regioni della Russia è ancora vivo l’antico rito di bruciare fieno o altre vecchie cose rimaste sotto la neve durante l’inverno.
Nel passato lontano i contadini facevano un pupazzo di paglia che simboleggiava la morte, lo bruciavano o lo buttavano nel fiume. La radice di questo rito pre-cristiano, legato alla morte e al rinnovo della vita con la primavera, ricorda il rito che si faceva in tempi lontani a Roma, dove in maggio si usava gettare nel Tevere pupazzi di paglia.
Parte del pranzo pasquale è anche il pane lievitato all’uovo, che assomiglia al nostro panettone. Nelle diverse zone del vasto mondo ortodosso ha nomi diversi: in Russia si chiama kulic.
Anche in Russia Pasqua non è tale senza il rituale scambio dell’uovo, seguito da tre abbracci e baci. Il tipo d’uovo offerto varia moltissimo: il valore venale dipende dalle risorse del donatore e dal destinatario del dono. Ma l’uovo di gallina decorato resta il più popolare.
In Russia vanno però ricordate anche le deliziose pysanky ucraine: uova augurali ritualmente e magicamente decorate in casa, il cui guscio ha fori finissimi per consentire, poggiandovi delicatamente l’occhio e ponendo l’uovo sotto una sorgente di luce, di godere anche “dall’interno” l’effetto dei motivi ornamentali.
In Grecia si festeggia la Pasqua con i riti greco-ortodossi.
Con il suono delle campane nella notte di Pasqua e la celebrazione del rito della Resurrezione, termina la Quaresima. Ogni fedele accende nella chiesa la candela che ha con sé e che porterà a casa ancora accesa.
Si mangeranno poi pane pasquale, dolcetti, la tipica Maghiritsa (una zuppa fatta con le interiora dell’agnello) e uova colorate di rosso. Anche in Grecia, infatti, come in molti altri paesi slavi, c’è la consuetudine di regalare per Pasqua delle uova colorate.
L’origine dell’usanza di regalare uova colorate di rosso è molto antica. La tradizione racconta che, dopo la Resurrezione di Cristo, Maria di Magdala, la peccatrice redenta, si sia recata a Roma e abbia offerto all’imperatore Tiberio un uovo rosso, dicendogli: “Cristo è risorto”. Anche se l’episodio non si trova nei Vangeli, è rappresentato da alcune icone, una delle quali si trova nella chiesa di Maria di Magdala a Gerusalemme. Il colore rosso acceso delle uova intende ricordare ai fedeli il sangue versato da Cristo per l’espiazione dei loro peccati.
In Gran Bretagna il Giovedì Santo è tradizionalmente giorno di elemosine: nell’abbazia di Westminster, dopo la cerimonia religiosa, vengono donate ai poveri borse di denaro, distribuite dal sovrano su di un vassoio d’argento.
Il Venerdì Santo si mangiano gli hot cross buns, delle brioches fatte con la cannella e uvetta, con sopra una croce di glassa di zucchero, che ricorda la passione di Cristo.
Nel pub londinese chiamato “Il Figlio della Vedova” si conservano quasi duecento esemplari di questi dolci, raccolti uno per anno, secondo quanto descritto da una leggenda che racconta come una vedova, nell’attesa disperata del figlio marinaio disperso in mare, continuò per anni a cuocergli gli hot cross buns.
Sembra che, durante le incursioni aeree dell’ultima guerra mondiale, questa curiosa collezione sia stata messa in salvo tra gli altri cimeli preziosi!
Un’usanza curiosa è quella di far rotolare le uova colorate su di un prato o lungo una strada, fino a quando tutti i gusci non siano stati spezzati; a Preston, ad esempio, le uova rotolano su un pendio erboso.
Un’altra tradizione divertente è quella di contendersi le uova e le torte con battaglie, combattute principalmente da ragazzi.
Anche in Romania si sono sovrapposti antichi riti pagani alle celebrazioni religiose. Con l’avvicinarsi della Pasqua finiscono le feste popolari invernali ed iniziano quelle di primavera.
Il Giovedì Santo è per i rumeni il giorno dei morti ed è chiamato il “gioia mare” (in italiano “giovedì grande”).
In questo giorno si portano in chiesa dolci fatti con farina o con grano bollito ricoperto di zucchero e noci, del vino e della frutta, che sono offerti in memoria dei morti e distribuiti ai vecchi e ai poveri.
Il Venerdì Santo si pone davanti alla Croce un tavolo molto alto, in modo che vi si possa passare sotto. Sul tavolo si mette l’epitaffio, un pezzo di stoffa che porta ricamato o dipinto il seppellimento di Cristo, e i fedeli, recandosi in chiesa, portano fiori al Cristo e ai loro morti, passando per tre volte sotto il tavolo sul quale è sistemato l’epitaffio.
A sera si svolge il canto Prohod, una cerimonia affascinante alla quale partecipa tutto il villaggio, diviso in gruppi seguendo il cammino della Croce. Qualcosa che rassomiglia alla nostra Via Crucis. Al sabato mattina donne e bambini fanno la Comunione, mentre gli uomini intervengono alla messa di mezzanotte portando in chiesa un gallo bianco e uova colorate.
La cerimonia si conclude con una processione intorno alla chiesa, con le candele accese.
fonte: Il Mondo dei Dolci
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